Più di 140 anni dopo l’inaugurazione della prima centrale elettrica a carbone a Londra, il Regno Unito si appresta a dire addio a questo combustibile altamente inquinante, segnando una svolta storica. Un evento significativo, considerando che è la prima nazione del G7 a compiere questo passo.
Addio al carbone nel Regno Unito
Le possenti ciminiere della centrale di Ratcliffe-on-Soar, situata tra Derby e Nottingham nelle East Midlands, rappresentano ancora una presenza imponente nel paesaggio verde dell’Inghilterra centrale. Otto torri allineate, alcune ancora attive, sono ben visibili da diversi punti della regione, ma il loro tempo è ormai finito. Inaugurato nel 1967, questo impianto sarà chiuso il 30 settembre, segnando la fine dell’era del carbone per la produzione di energia elettrica nel Regno Unito.
“Sarà molto strano perché è sempre stato lì,” racconta David Reynolds, un pensionato di 74 anni, che ha assistito da bambino alla costruzione dell’impianto. “Quando ero più giovane, potevi attraversare certe zone e vedere solo miniere di carbone”, ricorda con un’espressione pensierosa. “Mi chiedo come faremo a farne a meno, all’improvviso”.
Il carbone ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo del Regno Unito, trainando il suo boom economico nel XIX secolo e fino agli anni ’90. Tuttavia, la sua natura estremamente inquinante è ancora nella memoria collettiva, come dimostrato dal ‘Grande Smog’ di Londra del 1952, che causò migliaia di morti. Negli anni ’80, il carbone rappresentava il 70% della produzione elettrica britannica, ma da allora si è verificato un drastico calo: 38% negli anni ’90, fino ad arrivare all’1% l’anno scorso, secondo i dati di Our World in Data.
La chiusura della centrale di Ratcliffe-on-Soar
La chiusura della centrale di Ratcliffe-on-Soar segna un passaggio simbolico verso l’obiettivo del governo britannico di decarbonizzare completamente il settore elettrico entro il 2030, e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Jess Ralston dell’Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU) riconosce che l’obiettivo per il 2030 è “molto ambizioso,” ma afferma che la fine del carbone invia “un messaggio molto forte” ad altre nazioni. L’Italia, ad esempio, ha fissato il 2025 come data di uscita dal carbone, la Francia il 2027, il Canada il 2030 e la Germania il 2038. Altri Paesi del G7, come Giappone e Stati Uniti, non hanno ancora stabilito una data precisa.
Per ridurre la dipendenza dal carbone, il Regno Unito ha compensato con il gas naturale, che rappresenterà un terzo della produzione elettrica entro il 2023. L’energia eolica, con il suo notevole sviluppo, coprirà un quarto del fabbisogno energetico, mentre l’energia nucleare si attesterà attorno al 13%. Questo successo si deve, come spiega Jess Ralston, a “una combinazione di fattori economici e normativi”. Da una parte, la fine dell’economia manifatturiera ha ridotto l’importanza del carbone; dall’altra, le rigide normative ambientali hanno reso non più conveniente investire in questa fonte di energia rispetto alle rinnovabili.
I piani climatici del Regno Unito hanno rafforzato ulteriormente questa transizione. Recentemente, il governo laburista ha lanciato un piano per l’energia verde, che prevede la creazione di una società pubblica per investire in turbine eoliche galleggianti, energia mareomotrice ed energia nucleare.
Sebbene la centrale di Ratcliffe-on-Soar abbia la capacità di elettrificare 2 milioni di abitazioni, negli ultimi anni è stata attivata solo in casi eccezionali, come durante l’ondata di freddo del 2022 o per fronteggiare il picco di consumi durante l’estate del 2023. L’ultimo carico, 1.650 tonnellate di carbone all’inizio dell’estate, ha fornito energia sufficiente per alimentare 500.000 abitazioni per appena otto ore.
“La fine di un’era”
“È come la fine di un’era,” riassume Becky, 25 anni, cameriera al Red Lion, un pub di Kegworth vicino alla centrale. Suo padre, che ha lavorato nell’impianto per molti anni, sta per perdere il lavoro. Per il 30 settembre, giorno della chiusura definitiva, prevede “molta emozione” tra i 350 dipendenti. “È tutta la loro vita.”
La prima centrale elettrica a carbone, progettata da Thomas Edison e inaugurata a Londra nel 1882, è ormai un ricordo lontano. E Ratcliffe-on-Soar seguirà lo stesso destino: secondo la società Uniper, sarà completamente smantellata “entro la fine del decennio,” per lasciare spazio a un “cluster energetico e tecnologico a zero emissioni”.