Il ricercatore sardo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) Marco Buttu, in missione in Antartide presso la Stazione Concordia, ha pubblicato una meravigliosa fotografia dell’aurora polare al Polo Sud, da lui stesso immortalata. “L’Altopiano Antartico può incutere timore. Per diversi mesi consecutivi, le tenebre incombono sul ghiaccio, e l’assenza di vita accentua la sensazione di isolamento dal resto del mondo. Eppure, anche dal buio di questo sconfinato e desolante deserto inanimato possono emergere luci e colori, come quelli catturati in questa foto, dove l’aurora danza sotto un nugolo di stelle“, ha scritto su Facebook dov’è molto attivo.
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“Approfitto di questo post – ha poi proseguito – per rispondere a una domanda ricorrente: “quanto tempo puoi stare fuori?” Dipende principalmente da tre cose: la temperature, il vento e l’attività che si svolge. Non considero la temperatura il parametro principale, perché durante l’inverno è comunque sempre bassa e raramente supera i -55°C. È il vento a fare la differenza. Si sta meglio a -75°C senza vento che a -50°C con 15 nodi di vento. In estate, la temperatura si aggira intorno ai -30°C; con l’abbigliamento mostrato nel video, si può stare fuori per l’intera giornata. In inverno, con una temperatura di -75°C e un po’ di vento (diciamo -90°C percepiti), difficilmente si può restare all’esterno per più di due ore. Vi mando un caro saluto dall’Altopiano, Marco“.
A margine del post, ha aggiunto: “Scrivo dalla stazione Concordia, situata sopra 3000 metri di ghiaccio e neve, nell’Altopiano Antartico, il luogo più estremo al mondo: 100 giorni di fila senza sole, temperatura che scende sotto i -80°C, carenza di ossigeno, aria secca, nessuna forma di vita. Durante il periodo invernale, che va da febbraio a novembre, la stazione è irraggiungibile: non possiamo ricevere alcun soccorso. Ci occupiamo di ricerca scientifica e nel lungo periodo siamo le persone più isolate del pianeta, ancor più isolati degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Le condizioni di vita e ambientali sono analoghe a quelle di una missione interplanetaria di lunga durata, per questo motivo l’Agenzia Spaziale Europea @europeanspaceagency sponsorizza vari progetti di ricerca, monitorandoci per capire come il corpo umano si adatti ad un ambiente simil-extraterrestre“.