Con l’inizio del nuovo anno scolastico, le famiglie italiane si trovano a confrontarsi con una serie di sfide che vanno ben oltre le tradizionali preoccupazioni legate all’istruzione dei propri figli. L’aumento dei costi associati alla scuola, insieme alle crescenti difficoltà economiche, pone un’enorme pressione sui bilanci familiari e influisce significativamente sulle decisioni quotidiane riguardanti l’istruzione e le attività extra-scolastiche.
L’impatto economico sull’istruzione
Secondo un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli per Udicon (Unione per la difesa dei consumatori), il 74% delle famiglie italiane usufruisce del servizio di mensa scolastica, rivelando così l’importanza di questo servizio per molti genitori lavoratori. Tuttavia, emergono notevoli disparità nella qualità del cibo offerto, con il 26% delle famiglie che non accede al servizio per motivi che spaziano dalla sua assenza nelle scuole (43%) alla sfiducia nella qualità del cibo (23%). Sebbene il 76% degli intervistati esprima un giudizio positivo sul servizio mensa (voti tra 6 e 10), solo il 30% assegna punteggi più elevati (8-10). Questa variabilità nella qualità del servizio riflette un problema più ampio relativo alle risorse e alla gestione delle strutture scolastiche.
L’aumento del costo della vita, aggravato dall’inflazione, ha un impatto diretto sulle spese familiari per l’istruzione. L’indagine rileva che il 50% delle famiglie prevede di spendere tra i 100 e i 300 euro per l’acquisto di libri e materiale scolastico, mentre una famiglia su sette (14%) stima una spesa superiore ai 500 euro. Questo aumento dei costi influisce sulle scelte tra libri nuovi e usati, con il 40% delle famiglie che opta per libri nuovi, il 39% per un mix di nuovo e usato, e solo il 17% che si affida esclusivamente a testi di seconda mano.
Le ripercussioni sulle attività extrascolastriche
Il peso economico delle spese scolastiche si riflette anche sulle attività extra-scolastiche. Il 36% delle famiglie dichiara che sarà costretto a ridurre la partecipazione dei propri figli a queste attività, con lo sport (38%) e le gite scolastiche (22%) che risultano tra le principali voci di spesa eliminate. Questa scelta comporta rischi significativi per lo sviluppo fisico e sociale dei ragazzi, privandoli di esperienze formative essenziali per la loro crescita.
Il ruolo dello psicologo a scuola
Un aspetto particolarmente rilevante emerso dall’indagine riguarda l’importanza attribuita dalle famiglie alla presenza di uno psicologo nelle scuole. L’81% delle famiglie considera fondamentale il supporto psicologico per gli studenti, un riconoscimento che sottolinea la crescente consapevolezza del ruolo cruciale che questi professionisti possono avere nella gestione delle difficoltà emotive e personali degli adolescenti. In un periodo in cui i giovani affrontano sfide multiple, la presenza di uno psicologo scolastico può rappresentare un supporto indispensabile.
Martina Donini, presidente nazionale di Udicon, ha dichiarato: “L’indagine mette in luce le crescenti difficoltà economiche affrontate dalle famiglie italiane. L’aumento del costo della vita, aggravato dall’inflazione, sta avendo un impatto diretto sulle scelte quotidiane, come l’acquisto di materiale scolastico in alternativa alla possibilità per i ragazzi di partecipare ad attività extra-scolastiche. È inaccettabile che le famiglie debbano rinunciare a queste attività fondamentali per lo sviluppo fisico e sociale dei nostri giovani. È necessario introdurre misure concrete, come sussidi o agevolazioni fiscali, per alleggerire il peso economico sulle famiglie.”
Donini aggiunge: “Un altro tema cruciale è quello del supporto psicologico nelle scuole“. Questa affermazione evidenzia la necessità di un cambiamento nella politica scolastica per garantire che il supporto psicologico diventi una parte integrale dell’esperienza educativa, piuttosto che una risorsa limitata o accessibile solo a pochi.