Il Tar di Palermo ha respinto il ricorso presentato contro la costruzione dell’Osservatorio FlyEye sulla cima di Monte Mufara, nelle Madonie, dichiarandolo irricevibile per tardiva impugnazione degli atti. Non sono stati presi in esame i profili sollevati. Inoltre questa mattina, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si è costituita al fine di fare valere l’immunità di giurisdizione e di esecuzione di cui godrebbe.
Per le associazioni ambientaliste, che avevano presentato ricorso, “rimangono in piedi il merito delle contestazioni al progetto” e nei prossimi giorni saranno valutate le ulteriori azioni da intraprendere, compreso il ricorso alla Corte di giustizia europea per violazione della Convenzione di Aarhus e del diritto comunitario su ambiente e partecipazione, “anche per rispondere alle tante voci che hanno chiesto di salvare Monte Mufara sottoscrivendo l’appello promosso dalle associazioni ambientaliste”.
Le motivazioni del Tar
Nel dettaglio, la prima sezione del Tar di Palermo ha respinto in sede collegiale la richiesta di sospensiva dell’autorizzazione di costruire l’osservatorio astronomico FlyEye, sulla montagna della Mufara, a Isnello (Palermo). I ricorsi sono stati infatti ritenuti tardivi, dato che i provvedimenti impugnati erano stati adottati l’anno scorso e le impugnazioni erano state presentate fuori termine. Il collegio presieduto da Salvatore Veneziano ha accolto le tesi dell’avvocato Girolamo Rubino contro l’istanza presentata da un gruppo di associazioni ambientaliste, che sostengono che la costruzione avrebbe avuto un impatto negativo sull’ambiente e sul panorama della zona. Un orientamento respinto da settanta tra intellettuali e studiosi, sostenitori dell’opera e firmatari di un appello.
Il Presidente Veneziano in un primo momento, nell’imminenza della posa della prima pietra, prevista per il 6 settembre scorso, aveva attuato personalmente una sospensiva provvisoria, “inaudita altera parte“, cioè senza contraddittorio: la decisione, adottata il 4 settembre, era stata comunicata il giorno prima della cerimonia, a cui avrebbe dovuto partecipare il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso e che era stata per questo rinviata. Oggi il tribunale amministrativo regionale ha cambiato prospettiva e ha negato la sospensiva, dando il via libera ai lavori.
Il ricorso era stato presentato da Legambiente Sicilia, Club Alpino Italiano Sicilia, WWF Sicilia Nord Occidentale, Lega italiana protezione uccelli. Iniziativa a cui si erano opposti Sosvima Spa, Agenzia di sviluppo locale delle Madonie, l’Agenzia spaziale italiana, l’ESA, gli assessorati regionali al Territorio e ai Beni culturali e dalla Sovrintendenza ai beni ambientali di Palermo.
Gli ambientalisti avevano agito contro una decisione dell’Ente Parco delle Madonie (difeso dall’avvocato Rubino), che aveva dato il nulla osta per la realizzazione dell’Osservatorio Flyeye e di una strada di accesso; impugnata pure la determina della conferenza dei servizi indetta dallo sportello unico attività produttive, il Suap Madonie associato (tra più Comuni) per l’approvazione del progetto.
Per avere i migliori risultati, il FlyEye deve essere realizzato sulla sommità del Monte Mufara, sito che ricade all’interno del Parco delle Madonie. Dovrebbe essere la prima unità di una rete globale di telescopi per il monitoraggio degli oggetti, potenzialmente pericolosi, vicini alla Terra.
I giudici hanno scritto nel provvedimento (relatrice il consigliere Maria Cappellano) che “a una sommaria cognizione propria della fase cautelare – e a prescindere dagli ulteriori profili in rito eccepiti – la consistenza dell’eccezione di irricevibilità per tardiva impugnazione della determinazione del SUAP del 23 maggio 2023 preclude l’esame del fumus boni iuris, in quanto le ricorrenti hanno avuto conoscenza di tale provvedimento conclusivo, che sostituisce ad ogni effetto tutti gli atti di assenso, quanto meno dall’invio degli atti di diffida (gli ultimi, in atti, di novembre 2023 e di gennaio 2024)”. Inoltre l’altro provvedimento censurato, il nulla osta dell’Ente Parco non appare idoneo a riaprire i termini per l’impugnazione”.
Urso: “riconosciuta la correttezza del Governo”
“Esprimo soddisfazione per la decisione del Tar che sblocca un progetto strategico per la politica spaziale europea, riconoscendo la piena correttezza dell’operato del Governo. Avanti sulla strada dello sviluppo, l’Italia è in campo, grande attore anche nello spazio“. Così il Ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega alle politiche spaziali e aerospaziali, Adolfo Urso, in merito alla decisione del Tar siciliano sull’Osservatorio FlyEye. “Ho già comunicato al direttore ESA Aschbacher la buona notizia che consentirà alla Sicilia di avere un’opera così significativa, frontiera della nuova tecnologia per l’osservazione dello spazio“, ha aggiunto Urso.
L’investimento complessivo previsto è di 12 milioni di euro per la sede siciliana, con ricadute economiche aggiuntive di circa 1,5 milioni di euro per l’indotto. Il progetto aveva subito in passato notevoli ritardi a causa delle autorizzazioni locali, tanto che l’ESA aveva considerato, lo scorso anno, lo spostamento del sito verso un’alternativa nelle Canarie, pronta ad accoglierlo senza ostacoli. Tuttavia, grazie agli interventi del Governo italiano attraverso una decretazione d’urgenza e una stretta collaborazione con le autorità locali, l’ESA ha deciso di confermare la sua scelta del sito sulle Madonie, sottolineando l’urgenza di una rapida realizzazione dell’osservatorio in linea con gli obiettivi ambiziosi del progetto.
Valente (ASI): “bene Tar, iniziativa strategica”
“Sono particolarmente lieto di accogliere la notizia sul pronunciamento del Tar Sicilia che consentirà ad una iniziativa strategica e di valenza internazionale, supportata da ESA, di essere realizzata sul territorio italiano, in Sicilia“. Ad affermarlo in una nota è il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, relativa all’Osservatorio Flyeye. La decisione, sottolinea, “è il riconoscimento di lavoro di attenzione che in questi anni le istituzioni, ESA e ASI hanno messo a punto per giungere alla progettazione di una infrastruttura che rispetti l’ambiente circostante. Si tratta di un telescopio per la sorveglianza planetaria che nasce da un brevetto italiano e che consentirà al Paese di posizionarsi all’avanguardia a livello mondiale. È riconosciuta l’eccellenza della comunità scientifica italiana, il rispetto della legalità, il supporto continuo dell’esecutivo e in particolare del Ministro Adolfo Urso, autorità delegata per lo spazio, il ruolo di primo piano che l’Italia svolge in ambito spaziale. Iniziative che consentiranno di avere ricadute sostanziali anche sul territorio. La scienza legata a FlyEye avrà grandi benefici per tutta l’umanità”.
Schifani: “via libera del Tar grande opportunità”
“Esprimiamo il nostro vivo apprezzamento per la decisione del Tar di respingere la richiesta di sospensiva riguardante la realizzazione dell’Osservatorio astronomico Flyeye su Monte Mufara. A questo importante progetto il mio governo ha creduto fin dall’inizio della legislatura e si è attivato in tal senso per la risoluzione di alcune problematiche che stavano mettendo a rischio l’investimento: prima dichiarando l’opera di interesse strategico regionale e successivamente chiedendo al parlamento nazionale l’approvazione di un’apposita norma che rimuovesse i vincoli urbanistici per la realizzazione del progetto”. Lo dichiara il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. “Abbiamo sempre ritenuto e ne siamo fortemente convinti – aggiunge – che l’opera rappresenti un’opportunità unica per lo sviluppo della ricerca astronomica e per il rafforzamento del territorio madonita come punto di riferimento per la scienza e la tecnologia“.