Urso svela il piano shock per rivoluzionare l’industria automobilistica e salvare l’Europa dal collasso economico

Tra le proposte figurano una riduzione degli adempimenti normativi, con un taglio degli oneri legati al solo reporting superiore al 25% rispetto a quanto suggerito dalla Commissione Europea
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Oggi, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha partecipato al Consiglio Competitività dell’Unione Europea, dove ha illustrato le linee guida per la nuova politica industriale italiana. La proposta si basa sulle indicazioni del report Draghi e verrà redatta in un “non-paper” in collaborazione con altri Paesi che condividono gli stessi obiettivi.

Le dichiarazioni di Urso

Urso ha focalizzato la sua attenzione sul settore automotive, proponendo l’introduzione di un “European Automotive Act“. In questo contesto, ha sottolineato l’urgenza di anticipare la presentazione dei report sul settore, prevista dal Regolamento sulle emissioni di CO₂ per i veicoli leggeri, dal 2026 ai primi mesi del 2025. Questo intervento richiede l’attivazione della clausola di revisione dall’articolo 15, mirata a riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035.

L’Italia, secondo il Ministro, considera questo termine raggiungibile solo se si realizzano tre condizioni fondamentali: “Istituire un fondo di sostegno per l’intera filiera e per i consumatori che acquistano vetture elettriche prodotte in Europa; adottare un approccio che favorisca la neutralità tecnologica, riconoscendo un ruolo importante ai biofuels, agli e-fuels e all’idrogeno; definire una strategia per garantire l’autonomia europea nella produzione di batterie, utilizzando materie prime critiche estratte e lavorate nel continente.”

Il piano italiano si estende anche ad altri settori strategici, come l’acciaio e la chimica. Riguardo alla siderurgia, la proposta evidenzia che gli obiettivi previsti dal Regolamento Cbam, in vigore dal 2026, non devono compromettere la competitività delle imprese europee, un tema già sollevato da altri Paesi produttori durante il Consiglio.

Nel dossier, si sottolinea la necessità di garantire che la decarbonizzazione per le industrie ad alta intensità energetica, particolarmente esposte al commercio internazionale, sia sostenibile dal punto di vista produttivo. Si propone, inoltre, la creazione di un ‘Fondo per la Competitività’ a sostegno di tutti i settori coinvolti nelle transizioni in atto.

In questa cornice, l’Italia richiederà una semplificazione degli Ipcei (grandi progetti di interesse comune nell’ambito della ricerca) e la creazione di un nuovo strumento di politica industriale pensato per rispondere alle esigenze delle PMI.

Infine, il Ministro ha affrontato il tema del miglioramento dell’ambiente imprenditoriale. Tra le proposte figurano una riduzione degli adempimenti normativi, con un taglio degli oneri legati al solo reporting superiore al 25% rispetto a quanto suggerito dalla Commissione Europea; l’attuazione dei principi del Pacchetto europeo per le PMI del 2023; e la promozione del marchio ‘Made in Europe’, per favorire i prodotti europei negli appalti e nei bandi pubblici, una questione rilevante anche per il governo francese.

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