La sonda Voyager 1 della NASA, il veicolo umano più lontano dalla Terra, ha recentemente affrontato una sfida complessa legata ai suoi propulsori. Dopo 47 anni di missione nello Spazio interstellare, Voyager 1 ha riscontrato difficoltà nel mantenere il giusto orientamento verso la Terra, necessario per inviare dati. La sonda, lanciata nel 1977, si trova ora oltre l’influenza del Sole, in una regione dove il controllo è limitato e ogni errore potrebbe compromettere il contatto con il pianeta.
Uno dei principali problemi riguarda i propulsori di Voyager 1, fondamentali per mantenere il suo orientamento. Con il passare del tempo, i sistemi della sonda hanno iniziato a deteriorarsi. In particolare, il sistema di propulsione ha subito intasamenti dovuti alla degradazione dei materiali interni, rendendo difficile il controllo della rotta.
Voyager 1, la soluzione creativa del JPL
Gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA hanno dovuto ideare una soluzione creativa: passare a un altro set di propulsori che non veniva utilizzato da anni. Tuttavia, questo sistema era così freddo che riattivarlo avrebbe potuto danneggiare i componenti. Dopo un’analisi accurata, gli ingegneri hanno deciso di riscaldare uno dei propulsori per un’ora, riuscendo a riattivarlo senza causare danni.
Questa manovra ha permesso alla sonda di riorientarsi verso la Terra, garantendo il proseguimento della missione. Sebbene Voyager 1 stia operando con risorse energetiche molto ridotte, il team della NASA continua a gestire con successo una missione che fornisce preziose informazioni sullo Spazio interstellare. Gli ingegneri sperano di mantenere attiva la sonda almeno fino al 2027, quando si celebrerà il 50° anniversario del lancio.