La Luna, nostro satellite naturale, ha da sempre catturato l’immaginazione degli scienziati e degli appassionati di astronomia. Tuttavia, una recente scoperta potrebbe trasformare radicalmente la nostra comprensione della sua storia geologica. Un team di ricercatori dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia Cinese delle Scienze (IGGCAS) ha identificato evidenze concrete di attività vulcanica lunare risalente a circa 120 milioni di anni fa. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Science, rappresenta un significativo avanzamento nella nostra conoscenza della Luna e potrebbe influenzare profondamente i modelli geofisici riguardanti il suo interno.
Le perle di vetro vulcanico sulla Luna
Recentemente, il laboratorio guidato dal Professor Li Qiuli presso l’IGGCAS ha effettuato un’eccezionale scoperta. Analizzando campioni di suolo lunare raccolti dalla missione Chang’e-5, i ricercatori hanno trovato tre perle di vetro vulcanico. Queste perle, piccole sfere di magma solidificato, costituiscono la prova più recente di attività vulcanica lunare, con una datazione che rivela una formazione avvenuta circa 123±15 milioni di anni fa.
Questa scoperta non solo rappresenta un’importante aggiunta alla cronologia dell’attività vulcanica lunare, ma dimostra anche che il vulcanismo sulla Luna è continuato molto più a lungo di quanto si pensasse in precedenza. Le perle di vetro trovate sono di dimensioni submillimetriche e si sono formate durante eruzioni di magma ricco di gas, che hanno prodotto fontane di magma capaci di creare tali perle.
Una nuova prospettiva sul passato geologico della Luna
Fino ad oggi, le nostre conoscenze sull’attività vulcanica lunare si basavano principalmente su dati provenienti dalle missioni Apollo e Luna, nonché da meteoriti lunari. Questi dati indicavano che il vulcanismo basaltico sulla Luna era cessato circa 2,9-2,8 miliardi di anni fa. Tuttavia, le analisi recenti dei campioni restituiti dalla missione Chang’e-5 hanno rivelato che l’attività vulcanica basaltica è continuata fino a circa 2 miliardi di anni fa.
Inoltre, le osservazioni da telerilevamento hanno suggerito la possibilità di ulteriori eruzioni durante la tarda era copernicana, meno di 800 milioni di anni fa. Tuttavia, queste osservazioni non hanno fornito date precise, e i campioni concreti di tali eruzioni sono ancora mancanti. La scoperta delle perle di vetro vulcanico rappresenta quindi una conferma cruciale di attività vulcanica recente sulla Luna.
Il ritrovamento delle perle di vetro vulcanico
Il team di ricerca, sotto la guida dei professori Li Qiuli e He Yuyang, e composto dallo studente laureato Wang Biwen e dal ricercatore post-dottorato Zhang Qian, ha condotto un’analisi meticolosa di circa 3.000 perle di vetro lunare. Questa analisi ha coinvolto diverse tecniche avanzate, tra cui la composizione chimica e l’analisi isotopica dello zolfo.
Le tre perle di vetro identificate come vulcaniche sono state distinte da quelle di origine impattiva grazie ai valori δ34S, che differiscono significativamente tra i due tipi di vetro. La datazione uranio-piombo delle perle ha confermato che esse si sono formate circa 123±15 milioni di anni fa, offrendo una chiara prova dell’attività vulcanica in un periodo relativamente recente.
Una nuova visione della geofisica lunare
La conferma di un vulcanismo così giovane sulla Luna ha implicazioni importanti per i modelli geofisici della sua storia interna. La scoperta suggerisce che anche corpi celesti relativamente piccoli, come la Luna, possono mantenere una significativa attività vulcanica per periodi prolungati grazie al calore interno residuo. Questo potrebbe indicare che la Luna, e potenzialmente altri corpi simili, hanno una storia termica più complessa e prolungata di quanto si pensasse.
I nuovi dati forniti dallo studio contribuiscono a rivedere le attuali teorie sulla storia termica della Luna, suggerendo che il suo interno potrebbe aver mantenuto una certa vitalità geologica molto più a lungo del previsto. Questo potrebbe anche influenzare le teorie sui processi geologici di altri corpi del sistema solare.
Questo studio è stato realizzato in collaborazione con l’Università di Nanchino e l’Università Statale di New York ad Albany, sottolineando l’importanza della cooperazione internazionale nella ricerca scientifica. I campioni analizzati sono stati forniti dalla China National Space Administration, dimostrando come le missioni spaziali internazionali possano contribuire a scoperte scientifiche significative.
Cosa significa questa scoperta?
La scoperta di vulcanismo lunare risalente a circa 120 milioni di anni fa ha significative implicazioni per la nostra comprensione della storia e dell’evoluzione della Luna. Fino ad ora, la narrativa geologica dominante indicava che la Luna era diventata geologicamente inerte molto tempo fa, con l’attività vulcanica cessata circa 2,8 miliardi di anni fa. Tuttavia, le nuove evidenze suggeriscono che la Luna ha mantenuto una certa vitalità geologica ben oltre questo periodo.
Questa scoperta sfida le teorie preesistenti sulla storia termica della Luna, suggerendo che il suo interno potrebbe aver conservato una significativa quantità di calore molto più a lungo di quanto si pensasse. Questo implica che, contrariamente alle teorie precedenti che dipingevano la Luna come un corpo celeste ormai “morto” geologicamente, potrebbe esistere una forma di attività geologica più recente e persistente. Inoltre, l’esistenza di vulcanismo relativamente recente sulla Luna potrebbe avere implicazioni per la comprensione di altri corpi celesti simili, come Marte e Mercurio, suggerendo che anche questi mondi potrebbero mantenere un’attività geologica prolungata.
Inoltre, la scoperta contribuisce a un quadro più complesso della storia evolutiva della Luna, aprendo nuove questioni sulla sua formazione e sul suo sviluppo termico. I nuovi dati forniti dallo studio potranno influenzare le teorie sui processi geologici e sulla dinamica interna di altri corpi del sistema solare, portando a una riconsiderazione delle condizioni che influenzano l’attività vulcanica e geologica sui mondi extrasolari. La Luna, pertanto, non solo continua a essere un soggetto di studio fondamentale per la scienza planetaria, ma diventa anche una chiave per comprendere la geologia di altri corpi celesti.