Bosnia: dopo le alluvioni, il disastro ecologico del fiume Neretva

Nel frattempo, nella zona colpita dalle alluvioni, situata a circa cinquanta chilometri a ovest di Sarajevo, continuano le operazioni di soccorso e il ripristino dei servizi principali e delle vie di comunicazione
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Le devastanti alluvioni che hanno colpito la Bosnia-Erzegovina nei giorni scorsi non solo hanno causato un pesante bilancio di vittime, con 24 morti accertati finora, ma hanno anche generato effetti devastanti sull’ambiente e sull’inquinamento del territorio. A subire gravi conseguenze è soprattutto la Neretva, il suggestivo fiume noto per le sue acque verde smeraldo. Questo fiume, che nasce nelle Alpi dinariche e attraversa la parte meridionale della Bosnia-Erzegovina per poi sfociare in Adriatico sulla costa dalmata croata, è ora ridotto a una triste realtà.

Le alluvioni in Bosnia-Erzegovina

Secondo quanto riferito da organizzazioni ambientaliste locali, del suo caratteristico colore verde smeraldo non rimane praticamente nulla, sostituito da tonnellate di rifiuti che galleggiano e si dirigono verso il mare. Il fiume è diventato una enorme discarica dal colore marrone, piena di spazzatura di ogni genere, tra cui anche elettrodomestici – frigoriferi, lavatrici, stoviglie – portati via dalla furia delle acque che hanno spazzato via numerose case e edifici.

La presenza di plastica e gomma è allarmante, e se non si interviene prontamente, questi rifiuti andranno a finire direttamente nel mare Adriatico, proprio alla foce della Neretva a Ploce, sulla costa dalmata tra Spalato e Dubrovnik. “Si rischia il disastro ecologico, ed è difficile prevedere quanto tempo ci vorrà per rimuovere i detriti e ripulire il fiume“, ha dichiarato all’ANSA Nijaz Begic, responsabile di Neretva Elektroprivreda, la filiale locale della compagnia elettrica della Bosnia-Erzegovina.

Nel frattempo, nella zona colpita dalle alluvioni, situata a circa cinquanta chilometri a ovest di Sarajevo, continuano le operazioni di soccorso e il ripristino dei servizi principali e delle vie di comunicazione. Queste operazioni sono sostenute dal costante afflusso di aiuti provenienti da tutta la regione balcanica e da numerosi Paesi dell’Unione Europea. Nelle ultime ore, i soccorritori hanno rinvenuto il corpo di una donna non lontano da Konjic, portando il bilancio delle vittime a 24. Proseguono anche le ricerche di altre persone dichiarate disperse.

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