Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, ha espresso preoccupazione riguardo alla grave siccità che affligge la Sicilia, evidenziando che questa crisi è il risultato di “un ritardo nella programmazione e della manutenzione delle infrastrutture sicuramente pluridecennale“. Musumeci ha spiegato che “l’autorità di bacino idrogeologico è stata istituita dopo un trentennio, solo nel 2018“.
Il Consiglio dei Ministri (CdM) ha dichiarato lo stato di emergenza di rilievo nazionale per il grave deficit idrico il 6 maggio scorso, stanziando “20 milioni per i primi interventi“. A seguito di ciò, il 19 maggio, il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, è stato nominato commissario delegato per gli interventi urgenti, ricevendo il compito di predisporre un piano in base ai fabbisogni e alle risorse disponibili.
Musumeci ha inoltre riportato che “il 30 maggio gli uffici della Protezione civile hanno approvato il piano degli interventi urgenti“, il quale comprende 52 interventi strutturali, nuovi pozzi, nuove sorgenti e reti di acquedotti per un valore di “19 milioni e 124 mila euro“, insieme ad oltre 86 interventi per l’acquisizione di autobotti per “760 mila euro” e ulteriori lavori straordinari.
Riguardo ai progressi, il ministro ha dichiarato che “il 30 settembre, in due riunioni, è stata esaminata la bozza di un piano per ulteriori misure che la Regione ha chiesto di finanziare con risorse dello Stato“, specificando però che “al momento il piano non risulta restituito dal commissario delegato Schifani“. In risposta, il dirigente regionale della Protezione civile ha fornito un riepilogo delle varie azioni e ha segnalato alcune misure prioritarie.
Infine, Musumeci ha ricordato che “il ministero dei Trasporti in cinque anni ha finanziato 149 interventi nel settore idrico con congrui finanziamenti” e ha sottolineato che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ci sono “importanti investimenti come per le dighe di Pozzillo e a Pietrarossa, i cui cantieri sono già in corso“. Il ministro ha concluso affermando che “il 12 settembre la cabina di regia della crisi idrica ha segnalato al commissario Schifani il fenomeno della scarsità prospettando interventi immediati“.
È stata già trasmessa al dipartimento nazionale della Protezione civile una proposta del secondo piano di interventi che include oltre 130 progetti, elaborati in risposta alle richieste pervenute dagli Ato, gestori idrici e da Comuni. Oltre a 200 interventi di riparazione e acquisto di autobotti per i Comuni per oltre 8 milioni di euro, dice la Regione siciliana. “Questo piano è attualmente oggetto di una stretta interlocuzione con gli uffici competenti della Protezione civile di Roma – continua – e si sta tenendo conto delle osservazioni delle autorità nazionali e anche di quelle ricevute, fino a poche ore fa, dai Comuni e dai gestori. Il processo di aggiornamento per garantire che gli interventi siano tempestivi ed efficaci nel rispondere alla grave siccità che affligge la regione, dopo le numerose riunioni con le ATI, l’ultima delle quali si è tenuta ieri, è stato ultimato ed è pronto per essere inviato definitivamente a Roma.”
“La crisi idrica in Sicilia è il risultato, oltre che della grave siccità, di decenni di ritardi nella manutenzione delle infrastrutture e nella pianificazione strategica – dice la presidenza della Regione – Nonostante ciò, l’attuale governo regionale ha intrapreso azioni concrete, anche grazie allo stanziamento di 20 milioni di euro approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso maggio per fronteggiare l’emergenza, ai quali si sono aggiunti già 39 milioni del bilancio regionale e altri 40 sono previsti nel ddl delle variazioni di bilancio già approvato dalla giunta regionale e trasmesso all’Ars per il completamento dell’iter legislativo. Si continua a lavorare per ottenere ulteriori risorse necessarie al completamento degli interventi, in linea con le priorità segnalate dalla cabina di regia e dal commissario delegato, il presidente della Regione Renato Schifani“.