Ecco come gli alberi possono proteggere le città dalle bombe d’acqua

Eseguito esperimento volto a dimostrare che cosa succede nelle città durante le cosiddette bombe d'acqua ed in che modo le piante possono ridurre i rischi di allagamento
MeteoWeb

Che cosa succede quando, in poco tempo, una grande quantità d’acqua raggiunge il suolo? Ovvero durante una bomba d’acqua in città? È stato dimostrato con un esperimento condotto da Isabelle Bailet, ricercatrice di PNAT, partner scientifico di Prospettiva Terra, il progetto non-profit fondato dal prof. Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico e da Marco Girelli, CEO di Omnicom Media Group Italia – con la partecipazione di realtà quali McDonald’s, Henkel, Ricola, Acone Associati e Publitalia’80 – con l’obiettivo di fare rete contro la crisi ambientale grazie agli alberi, che possono proteggere le città non soltanto dalle isole di calore durante la stagione calda, ma anche dai fenomeni atmosferici violenti sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico.

L’esperimento è stato realizzato all’interno del BAM Workshop Adults: Le piante ci proteggono dal riscaldamento globale a BAM – Biblioteca degli Alberi di Milano – progetto di Fondazione Riccardo Catella – Botanical Partner di Prospettiva Terra, nell’ambito del “BAM Season Day: Benvenuto Autunno!” giornata già inserita nel palinsesto della Milano Green Week 2024. Un’intera giornata di attività e appuntamenti gratuiti – fra laboratori, incontri, giochi, spettacoli, azioni partecipate e performance open air – che hanno coinvolto attivamente il pubblico nella definizione di un futuro più sostenibile a partire dai piccoli gesti quotidiani che ognuno di noi può mettere in atto per il Pianeta e la Società.

L’esperimento ha permesso di valutare la differenza con cui l’acqua si muove in due sistemi: uno in cui sono presenti le piante e uno in cui le superfici sono impermeabili. Il primo sistema è stato rappresentato da un vaso con una pianta, il secondo da un vaso dalle stesse dimensioni, ma contenente dei sassi a simulare del materiale impermeabile. In entrambi i casi, un contenitore ha permesso di raccogliere e misurare l’acqua versata in quantità pari al volume del vaso (1,5 litri) e alla stessa velocità. Nel caso del vaso con i sassi, l’acqua è stata immediatamente restituita al contenitore in quantità quasi pari a quella versata; nel caso della pianta, l’acqua raccolta è stata pari a 1,1 litri ed ha impiegato il doppio del tempo.

Questo ci dice che una superficie che accoglie piante può trattenere quasi 1/3 del volume di acqua che può cadere durante un evento piovoso estremo – ha commentato Isabelle Bailet – e la velocità con cui l’acqua viene restituita al sistema fognario è molto più lenta, pari quasi al doppio, dando così il tempo al sistema di gestire meglio il forte afflusso e riducendo i rischi di allagamento“.

La presenza degli alberi genera benefici anche perché intercettano una parte delle precipitazioni grazie alle foglie, ai rami e al tronco, che può evaporare direttamente dalle superfici coinvolte. Inoltre, assorbono l’acqua dal suolo attraverso le radici e la rilasciano nell’atmosfera tramite la traspirazione.

La quantità di pioggia intercettata dagli alberi di BAM[1] dal 1° agosto 2024 è pari a 2180 m³, quasi quanto il volume d’acqua contenuto in una piscina olimpionica.

[1] Il dato sulla precipitazione a cui si è data attenzione in virtù della partnership che osserva il valore dei servizi ecosistemici del patrimonio arboreo di BAM, si riferisce alla quantità di acqua intercettata dalle foglie di ogni albero e viene stimato considerando molteplici fattori, che variano in funzione delle 22 differenti specie presenti nel parco e della loro dimensione.

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