La situazione dei bacini d’acqua in Sardegna continua a essere critica. In un solo mese, il livello dell’acqua negli invasi è sceso dal 44% al 41% a fine settembre, rispetto al 50,2% di luglio. Secondo l’Autorità di Bacino della Regione Sardegna, il volume complessivo è passato da 805 milioni di metri cubi a 745 milioni su una capacità totale di oltre 1,8 miliardi di mc. L’indicatore di siccità registra un livello di “pericolo” o “allerta”, con un valore pari a 0,23. La diga di Maccheronis a Posada è la più colpita, con solo il 7% di acqua disponibile, un calo del 5% in un mese.
La crisi idrica si è accentuata dopo la stagione turistica, specialmente in Baronia e Bassa Gallura. Per far fronte alla mancanza di piogge, il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale ha avviato un piano d’emergenza, con un’idrovora che trasporta acqua potabile dalla diga. Nel sud Sardegna, i bacini del Flumendosa, Campidano e Cixerri sono riempiti al 27%, mentre le dighe del Liscia (55%) e del Tirso (64%) risultano meno problematiche.