Dai giorni scorsi, dai rubinetti di 29 comuni della Basilicata sgorga acqua del fiume Basento potabilizzata, una misura adottata per far fronte alla difficile crisi idrica che sta colpendo la regione ma che ha suscitato molti timori, soprattutto tra la popolazione. Ora l’ufficio stampa della Giunta regionale della Basilicata ha reso noto che “il campione analizzato non presenta superamenti dei valori ed è in linea con i risultati del precedente prelievo”. L’Arpab, su mandato dell’Azienda sanitaria di Potenza, ha analizzato le acque in uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello attraverso un campione prelevato lo scorso 25 novembre. Il processamento dei dati, che richiede circa 48 ore, “non ha fatto emergere criticità”.
Nella nota, è inoltre specificato che “accanto ai controlli dell’Arpab (che in prima battuta si occupa della qualità delle acque del fiume e che interviene sull’acqua potabilizzata solo su incarico dell’Asp) ci sono i report di Acquedotto lucano che prevede tre controlli al giorno, tutti i giorni, compreso la domenica. Il primo è sul cosiddetto Camastrino, dove confluisce l’acqua del Basento. Successivamente il flusso idrico arriva nel vascone di accumulo di acqua grezza a Masseria Romaniello, qui avviene il secondo campionamento. Il terzo, invece, viene effettuato all’uscita dal potabilizzatore prima che l’acqua venga immessa nei serbatoi di accumulo per la distribuzione”.
“Complessivamente” il processo “richiede tempistiche lunghe, tenuto conto che l’acqua impiega nove ore per raggiungere la vasca del grezzo partendo dal Camastrino, a cui si aggiungono altre 20 ore per completare il percorso nella vasca di accumulo. L’iter di potabilizzazione, infine, dura non meno di quattro ore”.