Scoperta la porta del tempio dedicato al dio della fertilità maschile in Egitto

Una "svolta" nell’ambito delle indagini archeologiche in Egitto
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Un team archeologico egiziano-tedesco ha riportato alla luce l’ingresso di un tempio risalente a oltre 2.000 anni fa, situato nella vasta area archeologica di Athribis, nei pressi di Sohag, in Egitto. La scoperta è frutto della collaborazione tra il Consiglio Supremo di Archeologia egiziano e l’Università di Tubinga, in Germania. Il sito, che si estende su oltre 30 ettari, comprende necropoli, cave, un insediamento residenziale e il complesso del tempio, conosciuto come il Grande Tempio di Athribis.

Il tempio era dedicato a Min, antica divinità egizia associata alla fertilità maschile. Min, una delle più antiche divinità egizie, è raffigurato iconograficamente con il pene eretto in una mano e una pianta di lattuga selvatica nell’altra, un’offerta simbolica che richiama la fertilità per via della somiglianza della linfa della lattuga con lo sperma. All’interno del tempio, gli archeologi hanno rinvenuto iscrizioni geroglifiche, incisioni murali raffiguranti Min e disegni che rappresentano sua moglie Repyt, una dea leonessa, e il loro figlio, il dio bambino Kolanthes. Tra le decorazioni, spiccano anche immagini di “idoli astronomici secondari che agiscono come stelle celesti per misurare le ore della notte“, secondo quanto dichiarato dal Ministero del Turismo e delle Antichità.

Un tempio dal passato ricco e complesso

Il Tempio di Athribis risale all’epoca del regno di Tolomeo VIII, figlio di Cleopatra e Tolomeo V. Tolomeo VIII regnò per 54 anni tra il 170 e il 116 a.C., governando insieme alla sorella Cleopatra II e alla moglie, nonché nipote e figliastra, Cleopatra III. Situato nel governatorato di Sohag, il sito si trova a sud-ovest della città di Akhmim, vicino ai villaggi di Wannina e Nag’ Hamad. Per i greci che vissero nella regione dopo il VII secolo a.C., l’area era conosciuta come Triphieion (o Tripeion).

Il ritrovamento più recente riguarda il pilone, ovvero la porta monumentale del tempio, affiancata da due torri. Gli archeologi hanno inoltre completato lo scavo della camera meridionale del tempio, già parzialmente indagata da una missione inglese nei primi decenni del XX secolo.

Un decennio di scoperte ad Athribis

La missione archeologica, guidata da Mohamed Abdel Badie e Christian Litz, opera nel sito di Athribis da oltre un decennio. Durante questo periodo, sono stati rinvenuti oltre 30.000 ostraca – frammenti di ceramica o pietra con iscrizioni in diversi dialetti antichi – che rappresentano una preziosa testimonianza della vita quotidiana e religiosa della zona.

In una dichiarazione ufficiale diffusa tramite la pagina Facebook del Ministero del Turismo e delle Antichità, Mohammed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo di Archeologia, ha definito la scoperta una “svolta” nell’ambito delle indagini archeologiche in Egitto.

La scoperta del Grande Tempio di Athribis arricchisce ulteriormente la comprensione dell’antica civiltà egizia, offrendo nuove prospettive sul culto della fertilità e sull’importanza culturale e astronomica di questo luogo.

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