Per i pazienti oncologici, l’alimentazione rappresenta un fattore determinante per il benessere fisico, il mantenimento della forza e la gestione del peso durante le terapie. Tuttavia, una recente indagine condotta nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto” ha rivelato dati preoccupanti: otto pazienti su dieci non ricevono una valutazione nutrizionale, né al momento della diagnosi né durante il percorso terapeutico.
L’indagine, promossa dal gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere“, composto da 45 associazioni, ha raccolto le esperienze di 283 pazienti oncologici. Di questi, oltre la metà (55,1%) era in trattamento al momento della ricerca, mentre il 28% si trovava in fase di remissione. La maggior parte dei partecipanti (46,3%) aveva un’età compresa tra i 61 e i 75 anni. Nonostante l’importanza dell’alimentazione, l’85% degli intervistati ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna valutazione nutrizionale, un dato definito “sconcertante“.
Criticità diffuse e carenze strutturali
L’indagine ha evidenziato lacune importanti nel supporto nutrizionale offerto ai pazienti oncologici. Tra i problemi principali emersi figurano:
– carenza di informazione nutrizionale da parte degli operatori sanitari;
– assenza di figure specialistiche come dietisti o nutrizionisti nelle strutture oncologiche;
– difficoltà nell’accesso ad alimenti o integratori specifici;
– mancanza di presa in carico del fattore alimentare da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
“Abbiamo ritenuto necessario realizzare un’indagine qualitativa sulla nutrizione dei pazienti oncologici per diverse ragioni, non ultima la considerazione che l’alimentazione è uno dei principali bisogni e necessità dell’uomo e che una corretta alimentazione è alla base della prevenzione di molti tumori,” dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna ODV e coordinatrice del gruppo promotore.
Un tema trascurato dagli oncologi
Quasi il 70% dei pazienti ha riportato una perdita di peso significativa nei sei mesi successivi alla diagnosi, con variazioni superiori al 10% nel 53,3% dei casi. Tuttavia, l’attenzione degli oncologi appare concentrata principalmente sulla malattia e sui trattamenti, lasciando in secondo piano il supporto nutrizionale.
Sempre secondo l’indagine, solo il 35,2% dei pazienti ha ricevuto indicazioni nutrizionali da dietisti o nutrizionisti, mentre il supporto fornito direttamente dagli oncologi si attesta al 27,3%. Risultano marginali il contributo dei medici di famiglia (3,4%) e l’assistenza garantita dal Servizio Sanitario Nazionale (18,4%). Di fronte a queste lacune, molti pazienti (23,7%) hanno dovuto rivolgersi a professionisti privati per ricevere indicazioni nutrizionali adeguate.
Un appello alle istituzioni
“Siamo veramente colpiti dal dato che concerne la quasi totale assenza di valutazione nutrizionale in ambito oncologico; questo ci deve indurre a lavorare su tale aspetto che, per molti versi, è collegato a problematiche strutturali, organizzative e di risorse umane all’interno dei reparti di oncologia. Criticità che sono, a quanto pare, ancora ampiamente diffuse sul territorio nazionale,” prosegue Mancuso.
L’appello del gruppo è chiaro: integrare figure specialistiche e supporto nutrizionale nel percorso terapeutico-assistenziale è fondamentale. “Una mole di studi clinici dimostrano ormai che le abitudini alimentari nel corso delle cure possono influire sulla risposta delle terapie, sul mantenimento di una buona qualità della vita e sul contrasto agli effetti collaterali dei trattamenti farmacologici e chirurgici,” sottolinea Mancuso.
Le associazioni coinvolte chiedono alle istituzioni di garantire una presa in carico globale del paziente, adottando una visione olistica che consideri non solo la malattia, ma anche le condizioni di vita e il benessere complessivo della persona.