Il 31 dicembre del 192 d.C. la caduta di Commodo: il tramonto di un imperatore

La morte di Commodo segnò la fine della dinastia degli Antonini e aprì un capitolo tumultuoso nella storia romana
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Il 31 dicembre del 192 d.C. segna la tragica fine dell’imperatore romano Commodo, un evento che avrebbe gettato l’Impero Romano in un periodo di instabilità politica noto come l’Anno dei Cinque Imperatori. Commodo, figlio di Marco Aurelio, salì al trono nel 180 d.C., ma il suo regno fu caratterizzato da eccessi, corruzione e crescente isolamento dal Senato e dalla classe dirigente.

Considerato dai contemporanei come un sovrano dispotico e imprevedibile, Commodo si alienò gran parte dell’élite romana con le sue stravaganze, tra cui la passione per i giochi gladiatori, a cui partecipava personalmente, e il suo tentativo di ribattezzare Roma come “Colonia Commodiana”. Queste azioni, insieme alla sua gestione autoritaria, lo resero vulnerabile alle congiure.

La notte di Capodanno del 192, una cospirazione guidata da alcuni membri del suo entourage, tra cui la concubina Marcia, il prefetto del pretorio Quinto Emilio Leto e il senatore Ecletto, pose fine al suo regno. Dopo un tentativo fallito di avvelenarlo, Commodo fu strangolato da un lottatore chiamato Narcisso.

La morte di Commodo segnò la fine della dinastia degli Antonini e aprì un capitolo tumultuoso nella storia romana, segnando il declino della stabilità politica che aveva caratterizzato il precedente secolo di governo imperiale.

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