Era dicembre 2019 quando, negli ospedali di Wuhan, una metropoli di 13 milioni di abitanti nella provincia cinese dell’Hubei, cominciarono a registrarsi i primi casi di un’infezione respiratoria anomala. I pazienti presentavano sintomi come febbre, tosse e gravi difficoltà respiratorie, in alcuni casi particolarmente severe. È stato l’inizio, esattamente 5 anni fa, di quella che sarebbe diventata la pandemia di SARS-CoV-2, il virus responsabile del COVID-19.
Le indagini retrospettive hanno individuato il primo caso documentato al 1° dicembre 2019. Tuttavia, è stato solo nei giorni successivi al Natale che sono emersi i primi segnali di allarme, portando alla scoperta che la causa dell’infezione fosse un coronavirus simile a quello della SARS. Nel giro di poco tempo, la notizia ha oltrepassato i confini cinesi, e nei primi giorni del 2020 sono arrivate le prime comunicazioni ufficiali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Da quel momento, secondo le stime dell’OMS, il COVID-19 ha infettato almeno 777 milioni di persone e causato circa 7 milioni di decessi. La pandemia ha anche segnato un capitolo senza precedenti nella storia della prevenzione sanitaria: in meno di quattro anni sono state somministrate quasi 14 miliardi di dosi di vaccini, e il 67% della popolazione mondiale ha completato almeno un ciclo vaccinale.