Uno studio recente guidato dall’Università di Oslo, pubblicato sulla rivista PNAS, ha rivelato come il successo agricolo che caratterizzò i primordi dell’Impero cinese sia stato favorito da condizioni climatiche particolarmente stabili e favorevoli. Durante il periodo delle dinastie Qin e Han, tra il 221 a.C. e il 24 d.C., la Cina visse un’epoca di prosperità e di notevoli avanzamenti agricoli. Tuttavia, solo recentemente è emerso con chiarezza il ruolo che il clima ebbe in questo contesto.
Per indagare questa correlazione, i ricercatori hanno analizzato gli anelli di crescita di alberi di pino moderni in Cina, confrontandoli con quelli di resti di pini ritrovati in una tomba risalente alla dinastia Han. Attraverso l’esame della larghezza degli anelli e della composizione degli isotopi stabili, è stato possibile stimare le precipitazioni annuali che caratterizzarono l’epoca delle dinastie Qin e Han.
I risultati hanno evidenziato che, tra il 270 e il 77 a.C., il clima della Cina settentrionale fu straordinariamente stabile e significativamente più umido rispetto a quello odierno. In particolare, le precipitazioni del monsone estivo asiatico risultarono superiori del 18-34% rispetto ai livelli attuali. Questo aumento delle piogge favorì l’espansione delle aree agricole: le terre adatte all’agricoltura pluviale si estesero di circa 60-200 chilometri verso nord-ovest rispetto alla loro posizione attuale.
Queste condizioni climatiche permisero lo sviluppo di una base agricola solida, fondamentale per il sostentamento della popolazione e per il consolidamento del potere politico e culturale dell’Impero cinese. Lo studio offre dunque una nuova prospettiva sulla relazione tra ambiente e civiltà, sottolineando come il clima abbia avuto un ruolo chiave nel determinare il successo della Cina antica.