Negli ultimi giorni, alcune zone di pianura hanno visto una leggera spolverata di neve, un evento sempre più raro rispetto al passato. Questo cambiamento non è casuale, ma strettamente legato al riscaldamento globale. Negli ultimi decenni, le temperature invernali medie sono aumentate di circa due gradi. Un incremento che, a prima vista, potrebbe sembrare insignificante, ma che in realtà ha un impatto enorme sulle dinamiche atmosferiche e sulla possibilità della neve di raggiungere le pianure.
Dal punto di vista termodinamico, due gradi possono fare la differenza tra una nevicata abbondante che imbianca anche le pianure e una che si limita a colline e alture. Le condizioni ambientali che favoriscono nevicate estese fino a basse quote sono oggi sempre meno frequenti, in contrasto con quanto accadeva fino a pochi decenni fa. In passato, perturbazioni simili a quelle appena trascorse avrebbero portato copiose nevicate su gran parte delle pianure del Centro-Nord, regalando paesaggi innevati per lunghi periodi.
![Neve Torino anni '40](https://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2024/12/Neve-a-Torino-anni-40.jpg)
Negli anni passati, non era insolito vedere la neve coprire il suolo fino a marzo o addirittura ad aprile. Questa abbondanza di neve non si limitava ad affascinare con la sua bellezza: era anche una risorsa. La neve veniva accumulata nelle ghiacciaie, diffuse un tempo, per essere utilizzata nei mesi più caldi. Tuttavia, dagli anni ’90 in poi, lo scenario è drasticamente cambiato. Se fino al 1989 si registravano accumuli annui di almeno 50 centimetri di neve al suolo, negli ultimi decenni si è assistito a un calo vertiginoso, con nevicate che si riducono spesso a pochi centimetri.
Oggi, le nevicate fino in pianura sono una rarità e un ricordo di tempi che sembrano ormai lontani. Per questo motivo, quando la neve riesce ancora a fare capolino, anche se solo per qualche ora e in modo fugace, è importante saperla apprezzare, come un dono che la natura concede sempre più raramente.