Martedì sera, l’olio combustibile pesante (mazut) fuoriuscito dalle petroliere russe affondate la scorsa domenica nello Stretto di Kerch, che collega il Mar Nero al Mar d’Azov, ha raggiunto le coste del Mar Nero. Le due petroliere trasportavano tra le 8.000 e le 9.000 tonnellate di prodotti petroliferi. Di queste, secondo le stime, più di 3.000 tonnellate potrebbero essere fuoriuscite in mare. I residenti locali stanno già pubblicando decine di video che mostrano macchie di mazut e uccelli intrappolati nel petrolio lungo il litorale nei pressi di Anapa. Attualmente, l’estensione della contaminazione copre almeno 60 chilometri, dal ponte di Crimea fino ad Anapa, nella regione di Krasnodar. Diverse città hanno dichiarato lo stato di emergenza ed è stata già confermata la morte di uccelli contaminati dal mazut.
Per ripulire i tratti di costa inquinati nei distretti di Temriouk e Anapa, sono stati inviati sul posto circa 2.700 soccorritori e volontari, ha dichiarato il Ministero russo delle Situazioni di emergenza. Secondo la stessa fonte, “dall’inizio dei lavori sono state raccolte circa 80 tonnellate di petrolio”. Circa 30 uccelli colpiti dal disastro sono stati salvati e ripuliti dall’olio combustibile da volontari a Vitiazevo, vicino ad Anapa, ha riferito l’agenzia di stampa statale Ria Novosti.
“Gli incidenti che hanno coinvolto le due petroliere nello Stretto di Kerch, che secondo diversi rapporti hanno entrambe oltre 50 anni di servizio, costituiscono una grave minaccia ambientale”, ha dichiarato Natalia Gozak, direttore dell’ufficio di Greenpeace Ucraina. “Il combustibile fuoriuscito sta già compromettendo l’ecosistema locale. Questo episodio evidenzia un problema ben più ampio: le attività della flotta ombra russa. La Russia impiega petroliere obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina. È indispensabile che queste navi vengano aggiunte alla lista delle sanzioni dell’Unione Europea”.
Greenpeace Germania aveva già pubblicato un rapporto che identifica le 192 petroliere più pericolose della cosiddetta flotta ombra. “Questi tanker sono obsoleti, scarsamente assicurati e, in alcuni casi, già segnalati in passato per difetti tecnici e trasferimenti rischiosi di petrolio greggio da nave a nave. L’organizzazione ambientalista ha inoltre analizzato le possibili conseguenze di un incidente con queste petroliere al largo delle coste tedesche, simulando una fuoriuscita di petrolio con l’utilizzo di boe GPS. Le boe dotate di trasmettitori sono state dispiegate lungo le rotte seguite dai tanker, e i dati raccolti mostrano come una chiazza di petrolio si propagherebbe lungo le coste tedesche”.