Calenzano, nuovi dettagli: al momento dell’esplosione due manutenzioni

La vicinanza dell'operazione di sollevamento di un carrello potrebbe aver contribuito all'innesco dell'esplosione
MeteoWeb

La mattina dell’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze) erano in corso due distinti interventi di manutenzione agli impianti. Uno alla pensilina numero 7, accanto a quella dell’esplosione, riguardava una condotta di alimentazione per il carico di carburante ai camion. L’altro intervento, invece, riguardava la riparazione di due raccoglitori di vapori – uno più piccolo, uno più grande – che da tempo risultavano malfunzionanti e che sono proprio alla corsia 6, quella dell’esplosione. Lo si apprende da fonti inquirenti. Vapori di benzina e di altri carburanti si formano nelle fasi di pompaggio dei prodotti nelle autobotti.

Eni precisa che la seconda manutenzione prevista sull’impianto di Calenzano non era ancora iniziata. “Tale secondo intervento (da parte di altra ditta autorizzata) – precisa la società – era sì previsto in esecuzione nella mattinata, ma fisicamente non ancora iniziato e pertanto non in corso al momento dell’esplosione”.

Al momento dell’esplosione, nelle vicinanze della pensilina numero 6 era in atto il sollevamento di un carrello, tramite un macchinario, proprio in concomitanza alla formazione di una nube di vapori di carburanti. La vicinanza di questa operazione potrebbe aver contribuito all’innesco dell’esplosione. È quanto si apprende ai margini dell’inchiesta della procura di Prato in base a ipotesi maturate nel prosieguo degli accertamenti tecnici in corso. Il fumo di vapori è lo stesso riferito da alcuni testimoni e corrisponderebbe a quello che si nota nel primo video disponibile sull’esplosione.

Sono in fase di acquisizione da parte degli inquirenti molti atti e documenti che devono essere oggetto di analisi e verifica, compresi, fra questi, i piani di sicurezza esterni al deposito. La loro congruità, come si apprende ai margini dell’inchiesta della procura di Prato, deve essere confrontata con il piano di sicurezza interno di Eni per il sito di Calenzano. I piani esterni sono disponibili presso gli enti sul territorio preposti alla vigilanza e alla tenuta in sicurezza di siti, industriali o di altro tipo, ad alto indice di rischio per l’incolumità delle persone.

Salme non ancora date alle famiglie: servono altre indagini

Le salme delle cinque vittime dell’esplosione nel deposito Eni di Calenzano devono restare ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, presso l’istituto di Medicina legale di Careggi, per l’espletamento di altri accertamenti dopo le autopsie, che sono state già effettuate. Tuttavia si confida di liberarle prima possibile, già la prossima settimana.

Ci sarà un sopralluogo dei pm con i periti

Ci sarà un sopralluogo della procura di Prato al sito Eni di Calenzano, insieme ai consulenti tecnici incaricati di una perizia sugli apparati industriali del deposito dove il 9 dicembre c’è stata l’esplosione che ha causato 5 vittime e 26 feriti, più danni materiali anche all’esterno. Il sopralluogo è stato fissato per lunedì 16 dicembre alle 10:30. Secondo quanto emerge, verranno fatte verifiche tecniche specifiche sul posto, dirette all’accertamento delle responsabilità, anche esaminando i danni alle carcasse di impianti e mezzi.

Condividi