Gli stili di vita degli italiani continuano a presentare diverse criticità, come evidenziato dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana” realizzata da ISTAT relativamente al 2023. I dati non mostrano cambiamenti significativi in alcune delle principali abitudini legate alla salute: il consumo di tabacco, l’uso rischioso di alcol e l’eccesso di peso restano problematici. Tuttavia, emerge un segnale positivo: si registra una lieve diminuzione della sedentarietà.
Consumo di tabacco
Nel 2023, il 18,7% della popolazione con più di 11 anni è risultata fumatrice, un calo rispetto al 19% del 2022. L’abitudine al fumo è ancora più diffusa tra gli uomini (22,3%) rispetto alle donne (15,2%). Tuttavia, nel corso degli anni, questa differenza si sta riducendo: la quota di uomini fumatori è in diminuzione, mentre tra le donne il dato è sostanzialmente stabile.
Consumo di alcol a rischio
Nel 2023, circa 8 milioni di persone hanno manifestato comportamenti di consumo di bevande alcoliche a rischio, come il binge drinking o il consumo abituale eccedentario. Tra gli uomini, la quota è pari al 21,2%, mentre tra le donne si ferma al 9,2%. Nel complesso, la proporzione di consumatori a rischio rimane stabile rispetto al 2022, attestandosi al 14,9%.
Peso in eccesso e obesità
La situazione legata al peso continua a destare preoccupazione. Nel 2023, il 46,3% delle persone di età superiore ai 18 anni è risultato in eccesso di peso: il 34,6% è in sovrappeso e l’11,8% è obeso. Sebbene il dato complessivo sia stabile rispetto all’anno precedente, si registra un aumento della quota relativa all’obesità a scapito del sovrappeso.
Particolarmente allarmante è la situazione tra i minori: nel biennio 2022-2023, più di un ragazzo su quattro tra i 3 e i 17 anni (26,7%) è risultato in eccesso di peso. Il problema è ancora più evidente nella fascia di età 3-10 anni, dove la percentuale raggiunge il 33%.
Attività fisica e sedentarietà
Un segnale incoraggiante riguarda la diminuzione della sedentarietà: nel 2023, la quota di persone di 3 anni e più che dichiarano di non svolgere alcuna attività fisica è pari al 35%, con un calo di 2,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente e di 6 punti rispetto a dieci anni fa.