In Emilia Romagna, così come in altre regioni italiane, si sente spesso affermare che “è sempre piovuto“. Tuttavia, questa convinzione ignora profondamente la portata dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, in particolare a seguito degli eventi estremi del maggio 2023. Quella storica ondata di maltempo ha rappresentato un punto di svolta per il territorio, rendendolo più vulnerabile e fragile che mai. Le ferite inflitte lo scorso anno, e ulteriormente aggravate dai fenomeni di settembre e ottobre, hanno alterato l’equilibrio ambientale, rendendo anche una pioggia abbondante un pericolo più significativo rispetto al passato.
Il percorso per ristabilire le condizioni pre-2023 sarà lungo e complesso. Non si parla di mesi, ma di anni, e certamente non pochi. Fino ad allora, il rischio di eventi estremi e dei loro effetti devastanti sarà una costante con cui convivere. La soluzione a questa nuova realtà climatica non può che essere l’adattamento. È una delle strategie chiave per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico, e su questa strada è necessario concentrare gli sforzi. Non ci sono alternative: le condizioni climatiche estreme sono ormai parte della nostra quotidianità, e i dati scientifici non lasciano spazio a interpretazioni.
Le leggi della fisica ci mostrano chiaramente come una bassa atmosfera più calda e un mare con temperature anomale favoriscano un aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni estreme. Ad oggi, l’Adriatico continua a registrare anomalie di temperatura superficiale di circa 2°C, un dato che sottolinea quanto il sistema climatico sia alterato. Le conseguenze di queste condizioni non si fanno attendere: persino in questo inizio di inverno meteorologico, alcune stazioni nelle colline del forlivese-cesenate hanno rilevato accumuli superiori a 150 mm in meno di 48 ore, con oltre 100 mm concentrati in sole 24 ore.
Questi numeri testimoniano come la frequenza degli eventi estremi sia ormai una caratteristica consolidata del clima regionale. Nel solo 2024, tra maggio e dicembre, la Romagna ha registrato undici eventi di precipitazioni anomale o estreme. Si tratta di un dato impressionante, che evidenzia una tendenza preoccupante, eppure c’è ancora chi insiste nel ridurre tutto a un semplice “è sempre piovuto”. La realtà è ben diversa, e la capacità di comprenderla e adattarsi sarà cruciale per affrontare le sfide che il futuro climatico ci riserva.