Rifiuti e scarichi, ci sono microplastiche lungo tutto il Po

Il tipo di microplastiche più frequentemente riscontrato è rappresentato dai frammenti, che costituiscono il 56% del totale campionato
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Lungo tutto il fiume Po sono stati individuati frammenti di buste, bottiglie e altri rifiuti, ma anche microplastiche provenienti da scarichi industriali. Sebbene non siano presenti in quantità elevate come in altri grandi fiumi europei, la loro presenza è tale da giustificare l’attivazione di azioni di contenimento e il monitoraggio continuo. Questo è quanto emerge dalla seconda tornata di rilevazioni del Manta River Project, il cui studio è stato condotto attraverso campionamenti effettuati dall’Autorità distrettuale del Po, dall’Università La Sapienza di Roma, dalla struttura oceanografica Arpa Daphne e da AIPo.

La presentazione dei risultati, avvenuta oggi, ha evidenziato i dati raccolti da 12 rilevazioni mensili effettuate tra maggio 2022 e aprile 2023, in sei stazioni lungo il corso del fiume. La stazione che ha registrato la concentrazione di microplastiche più alta è quella di Chivasso, con un valore medio di 4,2 particelle per metro cubo di acqua campionata (n°/m³). Le stazioni di Pontelagoscuro, Boretto, Isola Serafini, Po di Goro e Isola Sant’Antonio hanno riportato valori in diminuzione, con concentrazioni rispettivamente di 2,1, 1,3, 1,2, 1,0 e 0,5 n°/m³.

L’analisi bibliografica – spiega AdbPoindica che attualmente i grandi fiumi europei, come il Reno, il Danubio e l’Elba, anch’essi compresi in aree densamente urbanizzate e industrializzate, presentano generalmente concentrazioni più elevate rispetto a quelle riscontrate nel fiume Po anche se, alla luce di questo approfondito studio, sarebbe fondamentale armonizzare gli stessi protocolli di ricerca a livello comunitario per offrire una comparazione più definita degli ambienti acquatici“.

Il tipo di microplastiche più frequentemente riscontrato è rappresentato dai frammenti, che costituiscono il 56% del totale campionato. A seguire, con percentuali inferiori, sono stati trovati foam (24%), pellet e fogli (entrambi al 7%), granuli (6%) e filamenti (1%). La predominanza delle microplastiche di origine secondaria, come frammenti, foam, fogli e granuli, suggerisce che la maggior parte di queste sostanze provenga dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi, come sacchetti e bottiglie, che finiscono nel fiume principalmente a causa di fonti terrestri.

Questi risultati sottolineano la necessità di una costante attività di monitoraggio e di misurazioni standard per contrastare il problema crescente della contaminazione da microplastiche, con l’obiettivo di migliorare la salute ambientale delle acque.

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