Un team di ricercatori ha individuato sette nuove comete oscure, ampliando notevolmente la nostra comprensione di questi misteriosi oggetti celesti. Sebbene possano sembrare asteroidi, questi corpi celesti si muovono come comete. Con questa scoperta, il numero di comete oscure conosciute raddoppia e finalmente è possibile classificarle in almeno due gruppi distinti in base alle loro dimensioni e orbite. Questo studio apre nuovi scenari sulla possibile connessione tra queste comete e l’origine della Terra e della vita, come spiegato dagli autori della ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).
Fra gli autori della scoperta si trovano anche due italiani: Davide Farnocchia, matematico presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, e Marco Micheli, astronomo presso il Neo Coordination Centre dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Frascati.
Le comete oscure sono definite “oggetti ibridi” poiché presentano caratteristiche tipiche sia degli asteroidi che delle comete. Gli asteroidi sono corpi rocciosi privi di ghiaccio che orbitano vicino al Sole, mentre le comete, composte principalmente da ghiaccio, sublimano e producono una chioma di polvere che genera leggere accelerazioni. Nel 2016, si era già intuito che le differenze tra asteroidi e comete non fossero così nette: l’asteroide 2003 RM, infatti, aveva deviato dalla sua traiettoria senza una spiegazione immediata. L’anno successivo, un altro caso ambiguo si era verificato con l’oggetto interstellare 1I/2017 U1 (‘Oumuamua), il primo a provenire da fuori del Sistema Solare.
In effetti, l’oggetto interstellare 1I/’Oumuamua rappresenta una classe di corpi celesti ampiamente non caratterizzata, chiamata comete oscure. Le accelerazioni esibite dalle comete oscure non sono attribuibili alla gravità o agli effetti basati sulle radiazioni, ma sono probabilmente dovute al degassamento di sostanze volatili, che si verifica anche se gli oggetti non trasportano una coda di polvere, a differenza delle comete tradizionali
Grazie a ulteriori indagini, i ricercatori hanno identificato sette comete oscure in totale, con nuove scoperte che portano il numero a quattordici. Seligman, Farnocchia e colleghi hanno utilizzato immagini da telescopi in Cile e Hawaii per identificare questi oggetti vicini alla Terra come comete oscure. Darryl Seligman, primo autore dello studio e ricercatore presso la Michigan State University, ha dichiarato: “Abbiamo un numero abbastanza grande di comete oscure da poter iniziare a chiederci se c’è qualcosa che le differenzi tra loro“. Analizzando la riflettività, o albedo, e le orbite di questi corpi, il team ha identificato due tipi distinti di comete oscure nel nostro Sistema Solare.
Il primo gruppo comprende le “comete oscure esterne“, che sono più grandi, con diametri che possono arrivare a centinaia di metri o più, e presentano orbite altamente eccentriche. Il secondo gruppo include le “comete oscure interne“, che sono più piccole, con diametri che non superano alcune decine di metri, e orbitano in modo più circolare all’interno del Sistema Solare interno, dove si trovano i pianeti Mercurio, Venere, Terra e Marte.
Questa scoperta, che amplia significativamente il nostro panorama sulle comete oscure, potrebbe offrire nuove prospettive sulla composizione del nostro Sistema Solare e sui fenomeni che ne hanno segnato la formazione.