Un’importante scoperta archeologica è stata fatta nelle acque di Santa Maria del Focallo, nel Comune di Ispica, nel Ragusano: un relitto risalente al VI-V secolo a.C. è stato ritrovato insieme a quattro ancore litiche e due in ferro. La scoperta è avvenuta nel corso di una campagna di scavi subacquei condotta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine.
Il relitto, che si trovava a sei metri di profondità, era sepolto da sabbia e massi. Lo scafo è stato costruito con la tecnica “su guscio“, caratterizzata dall’uso di tavole del fasciame collegate tramite incastri (tenoni e mortase), che conferivano alla struttura una funzione autoportante.
A pochi metri dal naufragio sono stati individuati due nuclei di ancore: “due in ferro del tipo a ‘T’ rovesciata, probabilmente risalenti al VII secolo d.C., e quattro litiche, di probabile epoca preistorica“.
“Questa scoperta – commenta l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – rappresenta un contributo straordinario per la conoscenza della storia marittima della Sicilia e del Mediterraneo ed evidenzia ancora una volta il ruolo centrale dell’Isola nei traffici e negli scambi culturali dell’antichità. Il relitto, databile a un periodo cruciale per la transizione tra Grecia arcaica e classica, è un prezioso tassello del patrimonio culturale sommerso siciliano“.
La campagna di scavi, durata tre settimane e conclusa nello scorso mese di settembre, ha visto il coinvolgimento del Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera di Messina e della Capitaneria di Porto di Pozzallo, che hanno garantito supporto tecnico e logistico alle operazioni. Grazie alla fotogrammetria subacquea, è stato possibile generare un modello tridimensionale del relitto, mentre i campioni prelevati consentiranno ulteriori analisi paleobotaniche per approfondire lo studio dei materiali utilizzati.
Questa attività di ricerca è stata condotta nell’ambito del “Kaukana Project“, che quest’anno ha visto la sua quinta campagna di scavo. Il progetto, iniziato nel 2017, prosegue con l’obiettivo di ricostruire il paesaggio costiero e sommerso lungo il litorale compreso tra Ispica, Kaukana e Kamarina, in collaborazione con l’Università di Udine e con prestigiosi enti di ricerca italiani e internazionali.