I Paesi baltici e nordici vogliono aumentare la sorveglianza dei movimenti marittimi nel Mar Baltico, ha detto oggi il primo ministro lituano Gintautas Paluckas, dopo il danneggiamento subito dal cavo sottomarino Estlink 2. Gli Stati della regione baltica stanno lavorando ad un piano d’azione per garantire la protezione delle infrastrutture energetiche, ha detto dopo la riunione del governo a Vilnius, secondo quanto riportano i media lituani. Occorre monitorare dove le navi stanno manovrando e quali rischi comportano i loro movimenti, anche con l’aiuto della tecnologia, ha detto il premier. La Lituania adotterà ulteriori misure di sorveglianza dopo il danno subito dall’Estlink 2. Già all’inizio di dicembre il governo di Vilnius aveva deciso che a partire dal 2025 le autorità di sicurezza avrebbero garantito una maggiore protezione ad alcuni siti importanti per l’approvvigionamento energetico del Paese.
Il provvedimento arriva dopo che il cavo elettrico sottomarino EstLink 2 tra la Finlandia e l’Estonia è stato danneggiato, lo scorso 25 dicembre. Gli investigatori stanno esaminando la possibilità che si sia trattato di un sabotaggio. Le autorità finlandesi hanno fermato la petroliera Eagle S, battente bandiera delle Isole Cook, la cui ancora potrebbe essere stata utilizzata per danneggiare il cavo. Secondo l’Ue, la nave fa parte della “flotta ombra” della Russia, petroliere e altre navi mercantili che Mosca utilizza per aggirare le sanzioni internazionali.
La mossa di Lituania e altri Paesi Baltici
La Lituania e altri Paesi Baltici hanno rafforzato la vigilanza e dichiarato lo stato di allerta a causa di possibili atti di sabotaggio, dopo i problemi registrati con diversi cavi di comunicazione del Mar Baltico nelle ultime settimane, che si aggiungono a interruzioni ai cavi elettrici e ai gasdotti. Paluckas ha affermato che anche i parchi eolici offshore richiedono una migliore protezione e che i danni ai cavi elettrici potrebbero costare alle economie della zona “da decine a centinaia di milioni di euro”, a causa dei prezzi più elevati per kilowattora.