Speleologa intrappolata in una grotta nella Bergamasca, stesso incidente l’anno scorso

Sul posto vigili del fuoco e carabinieri
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I tecnici del Soccorso Speleologico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sono impegnati, fin dalla scorsa notte, in un intervento di recupero nella grotta di Bueno Fonteno, nella Bergamasca. L’operazione riguarda una speleologa infortunatasi a circa 4 ore di distanza dall’ingresso della cavità. L’allarme è stato lanciato intorno alle 22:30, mobilitando squadre del CNSAS provenienti da diverse regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Trentino-Alto Adige e Veneto. Le operazioni di soccorso si presentano lunghe e particolarmente complesse dal punto di vista tecnico. All’esterno della grotta sono presenti da ieri sera anche i tecnici alpini CNSAS della Stazione Media Valle Seriana, oltre a Carabinieri e Vigili del fuoco.

La speleologa infortunata si trova in un punto della grotta che fino a poche ore fa risultava inesplorato. La grotta in questione è ancora in fase di scoperta. Si sta procedendo per definire una linea fissa di comunicazione tra l’esterno e l’interno. Il Soccorso Alpino fa sapere che “gli interventi di soccorso speleologico richiedono tempi prolungati e possono durare anche diversi giorni”. Sul posto si trovano anche i Vigili del Fuoco, oltre ai mezzi del 118 e ai Carabinieri.

La speleologa Ottavia Piana, bresciana di 32 anni, era rimasta bloccata nella stessa grotta nel luglio dell’anno scorso, quando rimase bloccata per 2 giorni in un punto non lontano da quello dove si trova ora. La speleologa rimase infortunata a 150 metri di profondità, mentre oggi si trova a circa 580 metri di profondità.

La zona è stata scoperta solo nel 2006 ed è un complesso reticolo di grotte e cunicoli nella zona carsica del Sebino, tra il lago d’Endine e quello di Iseo, che gli speleologi stanno ancora mappando per intero.

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