Stonehenge e la Luna piena: gennaio 2025 potrebbe risolvere un antico enigma astronomico

Mentre il rapporto tra Stonehenge e i solstizi solari è ben documentato, le ipotesi che collegano il sito ai cicli lunari sono ancora in discussione
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Tra le colline ondulate del Wiltshire, in Inghilterra, si erge uno dei monumenti più enigmatici e affascinanti dell’antichità: Stonehenge. Questo sito megalitico, costruito in diverse fasi a partire dal 3100 a.C., è un simbolo di mistero e ingegno umano. Da secoli, la sua connessione con l’astronomia stimola l’immaginazione e le ricerche di archeologi e studiosi. Se il legame tra Stonehenge e il Sole è stato in gran parte confermato, il rapporto con la Luna rimane avvolto nel dubbio. Tuttavia, il prossimo gennaio 2025, la Luna piena offrirà un’opportunità unica per testare una teoria che ha attraversato il secolo scorso: l’allineamento delle pietre di Stonehenge con i cicli lunari.

La struttura di Stonehenge: un progetto complesso e sacro

Stonehenge è un complesso circolare di pietre disposte secondo un ordine che riflette sia una funzione rituale sia, forse, una profonda conoscenza astronomica. Al centro del sito si trova l’altar stone, una pietra utilizzata probabilmente per rituali religiosi. Intorno ad essa, le imponenti sarsen stones, provenienti dalle colline di Marlborough Downs a circa 40 chilometri di distanza, formano cinque enormi triliti disposti a ferro di cavallo.

Le sarsen sono anche parte di una catena circolare di 30 pietre che delimita il sito. Tra queste pietre principali si trovano le più piccole bluestones, portate dal Galles a oltre 200 chilometri di distanza. Nonostante il peso di circa quattro tonnellate ciascuna, furono trasportate attraverso un percorso che rimane oggetto di dibattito.

Tutto il complesso è circondato da un fosso profondo 2 metri e largo 110, all’interno del quale si trovano 56 buchi noti come buche di Aubrey, probabilmente utilizzati per cremazioni o altri riti funebri. L’insieme rivela non solo un grande sforzo logistico, ma anche una sofisticata visione cosmologica.

Il legame con il Sole

L’orientamento delle pietre di Stonehenge rispetto al Sole è ormai considerato un fatto assodato. Tra le più celebri configurazioni ci sono le heel stones, di cui una è ancora visibile, che formavano una sorta di ingresso al sito. Durante il solstizio d’estate, il Sole sorge tra i triliti centrali, offrendo uno spettacolo suggestivo. Tuttavia, molti studiosi ritengono che il vero significato di questo orientamento si manifesti nel solstizio d’inverno. In quel giorno, i primi raggi di Sole attraversano il cerchio di pietre e illuminano direttamente l’altar stone, simboleggiando una rinascita del Sole e l’inizio dell’allungamento delle giornate.

E il legame con la Luna?

Mentre il rapporto tra Stonehenge e i solstizi solari è ben documentato, le ipotesi che collegano il sito ai cicli lunari sono ancora in discussione. La Luna, come il Sole, ha i suoi momenti estremi nel cielo, detti lunastizi. Questi si verificano quando la Luna raggiunge il massimo grado di inclinazione rispetto all’equatore celeste. Durante il lunastizio maggiore, la Luna sorge e tramonta nei punti più estremi dell’orizzonte, un fenomeno che si ripete ogni 18,6 anni.

Secondo una teoria del secolo scorso, le station stones di Stonehenge, quattro pietre che formano un rettangolo all’interno del sito, potrebbero essere allineate proprio con i punti di alba e tramonto lunari durante i lunastizi maggiori. I lati lunghi del rettangolo sarebbero orientati verso questi punti estremi, suggerendo una conoscenza avanzata dei cicli lunari da parte dei costruttori del sito.

Il prossimo lunastizio maggiore: gennaio 2025

Il lunastizio maggiore del ciclo attuale avverrà a gennaio 2025, offrendo agli archeoastronomi un’occasione irripetibile per verificare questa ipotesi. Il giorno chiave sarà il 13 gennaio, quando la Luna piena dovrebbe allinearsi con le station stones. Le simulazioni effettuate indicano che l’allineamento ci sarà, ma gli esperti desiderano confermare empiricamente se il fenomeno sarà visibile come previsto.

“Osservare l’allineamento direttamente sul campo ci permetterà di comprendere se si tratta di un evento reale o di un effetto accidentale,” spiegano gli archeoastronomi. L’esperimento contribuirà anche a chiarire il livello di conoscenza astronomica dei costruttori di Stonehenge, un popolo che, pur privo di tecnologie avanzate, potrebbe aver osservato e compreso i cicli celesti in modo sorprendente.

Un mistero che attraversa i millenni

Stonehenge continua a ispirare generazioni di studiosi e visitatori, affascinati dalla sua combinazione di architettura, religione e astronomia. Se il legame con il Sole è stato in gran parte decifrato, il prossimo gennaio potrebbe rappresentare un passo decisivo per svelare anche il suo rapporto con la Luna. Un passo che, ancora una volta, confermerebbe la complessità e la profondità del pensiero dei suoi costruttori, rendendo questo sito un’icona immortale del genio umano.

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