Un evento cruciale nella storia dell’umanità potrebbe essersi verificato tra 45mila e 49mila anni fa, quando gli esseri umani moderni e i Neanderthal si mescolarono geneticamente. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, condotto dai ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, guidati da Arev Sumer. Analizzando i genomi più antichi mai ritrovati, provenienti da resti umani risalenti a circa 45mila anni fa, gli scienziati hanno fornito nuove informazioni sulla demografia e sulle migrazioni dei primi Homo sapiens.
I genomi più antichi
I ricercatori hanno esaminato reperti provenienti da diversi siti archeologici in Europa, tra cui la grotta di Bacho Kiro in Bulgaria e i resti di una donna scoperta in Repubblica Ceca, denominata Zlatě. Questi reperti suggeriscono che almeno 2 gruppi distinti di umani moderni abitarono l’Europa durante questo periodo. Una datazione al radiocarbonio di frammenti ossei trovati nella grotta di Ilsenhöhle, in Germania, ha collocato la presenza degli esseri umani moderni in Europa centrale e meridionale tra 41mila e 49.500 anni fa.
Una popolazione comune
Lo studio ha rivelato che la popolazione umana moderna portatrice di ascendenza neandertaliana è attribuibile a un singolo evento di mescolanza avvenuto tra 45mila e 49mila anni fa. Gli individui studiati mostravano una percentuale di DNA neandertaliano pari al 2,9%, un dato coerente con la mescolanza genetica che accomuna tutti i non africani. Gli scienziati ipotizzano che gli antenati di tutti i non africani discendano da una popolazione comune che si è separata dalle popolazioni africane prima di questo periodo.
Relazioni e divergenze
Un aspetto interessante della ricerca riguarda le relazioni genetiche tra diversi individui. Per esempio, 6 esemplari associati a Ilsenhöhle mostrano una stretta parentela genetica, suggerendo che appartenevano a una piccola popolazione isolata, che però non ha lasciato discendenti diretti tra le popolazioni odierne. Questo dato evidenzia l’esistenza di gruppi umani distinti che si sono successivamente estinti, senza contribuire al pool genetico attuale.
Implicazioni per lo studio degli ominidi
I risultati dello studio hanno implicazioni che vanno oltre la comprensione della mescolanza tra Neanderthal e umani moderni: forniscono informazioni fondamentali sulla dinamica delle prime migrazioni fuori dall’Africa e sui movimenti delle popolazioni in Europa e Asia. Inoltre, potrebbero aiutare a ricostruire eventuali interazioni genetiche con altri ominidi antichi estinti, ampliando le nostre conoscenze sull’evoluzione umana.
Prospettive future
Nonostante le scoperte significative, gli autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per chiarire i dettagli degli eventi successivi alla migrazione degli esseri umani moderni fuori dall’Africa. In particolare, rimane da approfondire come le diverse popolazioni si siano evolute e interconnesse nel corso del tempo, fornendo una visione più completa delle prime tappe della nostra storia evolutiva.