Il Grande Lago Salato, nel Nord/Ovest dello Utah, rischia di scomparire a causa dell’intensivo sfruttamento delle risorse idriche: è quanto denuncia uno studio pubblicato su Environmental Challenges, condotto dall’organizzazione no-profit Sustainable Waters, che evidenzia il drammatico impatto delle attività umane sull’equilibrio idrico del lago.
Negli ultimi trent’anni il lago ha perso oltre 15 miliardi di metri cubi d’acqua, registrando un calo medio di 7,6 cm all’anno. Le cause principali sono l’utilizzo del 62% delle acque fluviali che alimentano il lago per usi umani, principalmente agricoli. La produzione di erba medica irrigua e il pascolo intensivo sono tra i maggiori responsabili.
Secondo gli autori dello studio, guidati dal professor William Ripple della Oregon State University, per stabilizzare il lago è necessario ridurre del 35% il consumo idrico umano nel bacino del lago, con politiche che includano la riduzione delle coltivazioni irrigue e compensazioni economiche per gli agricoltori.
La crisi del Grande Lago Salato non è solo un problema ambientale, ma anche economico. Il lago genera annualmente 2,5 miliardi di dollari in attività minerarie, ricreative e raccolta di artemia salina, supportando 9.000 posti di lavoro. Inoltre, il declino del livello dell’acqua minaccia habitat critici per oltre 10 milioni di uccelli migratori, mettendo a rischio la biodiversità dell’intero emisfero occidentale.
Il cambiamento climatico e la siccità, inoltre, stanno accelerando il bilancio idrico negativo del lago, rendendo urgente un intervento globale per preservare questo prezioso ecosistema.