Meteo Alpi: nebbia, gelate e galaverna, l’inverno svela il suo volto più freddo

Uno dei fenomeni più caratteristici di questa stagione è l'inversione termica, una condizione atmosferica che stravolge la normale distribuzione della temperatura con l'altitudine e che oggi si è manifestata in modo particolarmente eloquente nei fondovalle alpini
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Le Alpi, durante l’inverno, offrono scenari di straordinaria bellezza, ma nascondono anche dinamiche meteorologiche complesse e affascinanti. Uno dei fenomeni più caratteristici di questa stagione è l’inversione termica, una condizione atmosferica che stravolge la normale distribuzione della temperatura con l’altitudine e che oggi si è manifestata in modo particolarmente eloquente nei fondovalle alpini.

In un contesto invernale tipico, la temperatura tende a diminuire man mano che si sale di quota. Tuttavia, durante l’inversione termica avviene l’opposto: l’aria fredda rimane intrappolata nei fondovalle mentre uno strato di aria più calda si posiziona al di sopra. Questo fenomeno si verifica frequentemente nelle valli alpine per una serie di fattori concomitanti. Le notti serene e calme favoriscono un rapido raffreddamento del suolo per irraggiamento, abbassando drasticamente la temperatura dell’aria negli strati più bassi. L’aria fredda, essendo più densa, scivola lungo i pendii e si accumula nelle depressioni, creando una sorta di “cuscino” freddo. La presenza di un sistema di alta pressione, inoltre, contribuisce a mantenere l’atmosfera stabile, impedendo il mescolamento verticale e consolidando l’inversione termica.

Inversione termica Alpi

Oggi, nei fondovalle alpini, questa dinamica ha portato a temperature estremamente basse, accentuate dalla presenza della nebbia che si è concentrata al di sotto dei 1000 metri di quota. Al di sopra di questo limite, il cielo si è aperto, lasciando spazio a un’aria più calda e a condizioni meno rigide. Nei fondovalle, invece, l’accumulo di aria fredda ha dato vita a fenomeni invernali spettacolari, come le forti gelate e la galaverna.

Le gelate si formano quando le temperature scendono al di sotto dello zero, congelando l’umidità presente al suolo. La galaverna, invece, è un fenomeno più complesso e affascinante: si verifica quando le goccioline di nebbia, raffreddate a temperature sotto lo zero, si depositano su superfici esposte e si congelano immediatamente, creando intricati cristalli di ghiaccio. Questo fenomeno è tipico di giornate caratterizzate da nebbia densa, temperature molto basse e vento debole o assente.

Il limite superiore della nebbia, localizzato oggi oltre i 1000 metri di altitudine, segna il confine dell’inversione termica. Questo punto, dove l’aria fredda intrappolata nei fondovalle cede il passo a strati più caldi e limpidi, rappresenta una demarcazione visibile tra due mondi climatici distinti. Al di sopra di esso, le temperature sono sorprendentemente più miti, mentre al di sotto dominano le condizioni rigide tipiche dell’inverno alpino.

Queste configurazioni meteorologiche, comuni durante i periodi anticiclonici invernali, sono una conseguenza diretta della complessa interazione tra la topografia alpina e i fenomeni atmosferici. Esse non solo influenzano il clima locale, ma regalano anche scenari di rara bellezza, come alberi ricoperti di galaverna che scintillano sotto i raggi del sole e paesaggi avvolti in un silenzioso manto di nebbia ghiacciata. Un incanto naturale che, pur essendo spiegabile scientificamente, non smette mai di affascinare.

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