L’evoluzione meteorologica attesa intorno alla metà del mese di gennaio sembra delineare uno scenario particolarmente interessante, che ha attirato una certa convergenza tra i principali modelli fisico-matematici. Questo raro allineamento tra le previsioni suggerisce che potremmo trovarci di fronte a un cambiamento significativo rispetto alla recente fase caratterizzata da correnti occidentali, temperature miti e un clima complessivamente variabile. Le proiezioni attuali indicano una configurazione atmosferica su scala emisferica che potrebbe concretizzarsi tra il 12 e il 13 gennaio. Il modello europeo, in particolare, evidenzia un accenno di “split” del vortice polare, un fenomeno che comporta la frammentazione del flusso zonale e apre la strada a dinamiche più meridionali.
Questo processo potrebbe risultare determinante per il blocco del flusso atlantico e la formazione di un sistema di bassa pressione chiuso (cut-off) sul Mediterraneo. Una tale configurazione, associata a correnti orientali di matrice continentale, rappresenterebbe una netta discontinuità rispetto al quadro meteorologico recente.
Per gli amanti del freddo e delle condizioni invernali, questa evoluzione potrebbe segnare un passo avanti significativo. Tuttavia, le domande sul reale impatto e sulla durata di questo possibile cambiamento restano aperte. Potrebbe trattarsi di un’effimera incursione balcanica, con un rapido afflusso di aria fredda di breve durata, oppure di un’alterazione più strutturata, supportata da un promontorio anticiclonico capace di rafforzarsi lungo l’asse meridiano. Quest’ultimo scenario garantirebbe un ponte stabile tra l’aria fredda presente sull’Europa nord-orientale e la depressione mediterranea, portando a condizioni invernali più marcate e persistenti.
Molto dipenderà dalla tenacia del flusso occidentale e dalla capacità dell’anticiclone di arginare eventuali pressioni zonali. Se il forcing atlantico dovesse dimostrarsi troppo vigoroso, l’evoluzione verso un clima autenticamente invernale potrebbe essere compromessa o relegata a un episodio di breve durata. Al contrario, un indebolimento del flusso zonale potrebbe consentire un raffreddamento più incisivo, con ripercussioni significative sul Mediterraneo centrale.
La situazione, per il momento, rimane fluida e soggetta a molteplici variabili. Nei prossimi giorni, sarà cruciale osservare come i modelli evolveranno per comprendere se questo potenziale cambio di rotta si tradurrà in un autentico ritorno dell’inverno o in un’ennesima parentesi transitoria.
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