Il terremoto dell’11 gennaio 1693, la catastrofe che cambiò la Sicilia

Il terremoto non devastò solo gli insediamenti umani, ma alterò significativamente l’ambiente naturale
MeteoWeb

L’11 gennaio 1693 un violentissimo terremoto di magnitudo stimata Mw 7.3 colpì la Sicilia orientale, lasciando un segno indelebile nella storia sismica italiana. Questo evento, il più potente registrato negli ultimi 1000 anni in Italia, devastò un’area vastissima, causando migliaia di vittime e trasformando profondamente il paesaggio urbano e sociale della regione.

Un doppio disastro sismico

Il terremoto del 1693 fu preceduto, il 9 gennaio, da una scossa di magnitudo Mw 6.1 che già aveva provocato gravi danni in città come Catania, Noto e Siracusa. Tuttavia, fu la seconda scossa, avvenuta due giorni dopo, a generare effetti catastrofici. Con un’intensità epicentrale pari al grado 11 della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS), il sisma distrusse completamente città come Catania, Acireale e i centri della Val di Noto, interessando un’area di oltre 14.000 km² e causando almeno 54mila morti.

Le città più colpite, tra cui Ragusa, Modica e Augusta, furono in molti casi rase al suolo. A Catania, dove già l’eruzione dell’Etna del 1669 aveva colpito la città, morirono circa 12mila persone, oltre il 60% della popolazione. L’onda sismica raggiunse persino la costa tunisina e la Calabria settentrionale, dimostrando la vastità dell’evento.

Effetti sull’ambiente e il maremoto

Il terremoto non devastò solo gli insediamenti umani, ma alterò significativamente l’ambiente naturale. Si aprirono fenditure nel terreno, con fuoriuscite di gas e acqua calda, e si verificarono frane che modificarono i corsi d’acqua. Inoltre, il sisma generò un maremoto che colpì violentemente la costa orientale. Ad Augusta, le onde superarono i 15 metri di altezza, mentre a Catania il mare si ritirò prima di inondare la città.

Una ricostruzione barocca

Nonostante la tragedia, il terremoto del 1693 segnò l’inizio di una vasta opera di ricostruzione che cambiò il volto della Sicilia orientale. Intere città furono riprogettate secondo lo stile barocco, oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La ricostruzione attirò manodopera e risorse, rilanciando l’economia locale e trasformando il disastro in un’occasione di sviluppo.

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