“Può accadere di avvertire una sensazione progressivamente montante e, nel tempo, sempre più insopportabile di fastidio sulla lingua, sul palato, sulle labbra, che sembrano formicolare, poi prudere incontenibilmente, poi bruciare. Può accadere che questi disturbi coinvolgano anche altre parti della bocca fino alla gola. Può accadere di non riuscire a sorseggiare nemmeno due gocce di caffè per una dolorosa sensazione di calore intenso che sembra scottare lingua e palato. Si può avvertire una forte secchezza in bocca che potrebbe anche avere un sapore amaro o metallico. O di non riuscire più a masticare, a deglutire, ad assaporare, a parlare, ad usare dentifrici o collutori. Magari di notte o al risveglio mattutino, la bocca potrebbe star bene, per poi iniziare a bruciare più tardi, nel corso della mattinata e per tutta la giornata”. E’ la La Burning mouth syndrome (letteralmente ‘Sindrome della bocca urente’), scientificamente nota come Stomatopirosi, è certamente patologia invalidante della quale, però, si sa molto poco in termini di eziologia e patogenesi. A spiegalo all’Adnkronos Salute è l’immunologo clinico Mauro Minelli, docente all’Università Lum.
“La Food and Drug Administration americana, al momento, non ha approvato alcun farmaco specifico in grado di stabilizzarla”, ricorda Minelli. “Per la verità, su cosa sia a promuovere la comparsa” della sindrome della bocca che brucia “sono stati chiamati in causa molteplici fattori sia endogeni che esogeni, tanto locali quanto sistemici. Di fatto, però, le cause della sindrome della bocca urente per i medici restano un rebus di non facile soluzione – osserva Minelli – Recentemente, tuttavia, un ruolo di rilievo nell’insorgenza di tale patologia è stato attribuito al microbiota, sia orale che intestinale, ciò che apre la strada a possibili interventi terapeutici finalizzati a ripristinare, con il riequilibrio della flora microbica eventualmente sbilanciata e col supporto di profili dietetici strettamente correlati, uno stato, se non di completa guarigione, almeno di stabile attenuazione di una sintomatologia in grado di compromettere lungamente la qualità della vita di chi ne soffre”.



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