Abruzzo, il Piano Maremoto è operativo: prevenzione e allerta per la sicurezza costiera

In un territorio che, sebbene non storicamente teatro di grandi maremoti, rientra comunque nelle zone costiere potenzialmente interessate da onde sismiche, questo tipo di pianificazione riveste un’importanza strategica

In Abruzzo è stato ufficialmente approvato il Piano Maremoto per la provincia di Chieti, uno strumento strategico per la gestione del rischio legato a possibili eventi marittimi estremi generati da terremoti. Il piano, firmato dal Prefetto Gaetano Cupello, è stato elaborato in conformità alle indicazioni nazionali per l’aggiornamento delle pianificazioni di Protezione Civile specifiche per il rischio maremoto, in attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2017. Questa direttiva ha istituito il Sistema di Allertamento Nazionale per i Maremoti generati da sisma (SiAM), un tassello fondamentale nella costruzione di una rete capillare di prevenzione e risposta alle emergenze costiere.

L’obiettivo principale del piano è quello di fornire un supporto concreto ai Comuni costieri della provincia di Chieti — tra cui Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo — nelle fasi di pianificazione, allerta e intervento. In particolare, il documento operativo mira a garantire una comunicazione tempestiva alla popolazione in caso di pericolo imminente e a coordinare efficacemente tutte le fasi di evacuazione, ordine pubblico e gestione delle emergenze, attraverso il coinvolgimento delle Forze dello Stato e sotto il coordinamento della Prefettura.

Il piano si inserisce nel quadro più ampio del SiAM, il Sistema di Allertamento Nazionale, che rappresenta una sinergia operativa tra tre enti chiave: l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e il Dipartimento della Protezione Civile. L’INGV ha il compito di rilevare in tempo reale i terremoti con epicentro in mare e valutare il potenziale rischio tsunami, stimando i tempi di arrivo delle onde. L’ISPRA, invece, analizza i dati forniti dai mareografi dislocati lungo le coste italiane per confermare o smentire l’effettivo verificarsi di un maremoto. Infine, il Dipartimento della Protezione Civile ha il ruolo di diramare le allerte, gestire i flussi informativi e coordinare le attività operative a livello territoriale.

La struttura del Piano Maremoto si fonda su una pianificazione multilivello, che integra le strategie regionali e comunali con l’azione della Prefettura per assicurare prontezza ed efficacia in caso di evento. Sono stati individuati i tratti costieri potenzialmente esposti al rischio, stabilite le procedure operative da attivare in emergenza e verificate le condizioni di sicurezza delle aree di coordinamento e di accoglienza della popolazione, che dovranno essere posizionate al di fuori delle zone soggette a pericolo diretto.

In un territorio che, sebbene non storicamente teatro di grandi maremoti, rientra comunque nelle zone costiere potenzialmente interessate da onde sismiche, questo tipo di pianificazione riveste un’importanza strategica. La possibilità che un terremoto generi uno tsunami non può essere esclusa e la velocità con cui un’onda di questo tipo può raggiungere la costa impone risposte immediate e ben organizzate. Il Piano Maremoto risponde a questa esigenza con una logica preventiva, attraverso l’adozione di misure che mirano alla salvaguardia della vita umana e alla protezione delle infrastrutture costiere.

L’attivazione di questo piano rappresenta un passo importante nella costruzione di un sistema di protezione civile moderno, coordinato ed efficace. La collaborazione tra enti scientifici, autorità pubbliche e amministrazioni locali consente non solo una più accurata valutazione del rischio, ma anche una reazione rapida e articolata in caso di emergenza. In un’epoca in cui la gestione del rischio deve andare di pari passo con la capacità di anticipare gli scenari più critici, il Piano Maremoto per la provincia di Chieti si pone come modello operativo per altre realtà costiere italiane.

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