“Diavolo di polvere” è il termine tecnico per definire un vortice di sabbia; ma se il ‘tornado’ viene fuori da un vulcano, quel ‘diavolo’ allora è di fuoco e cenere. È quanto ha immortalato Dario Giannobile, astrofotografo siciliano, la notte del 30 aprile scorso durante una delle eruzioni recenti più impressionanti dell’Etna. “Erano le 2:53 – spiega Giannobile all’AGI – quando una violenta esplosione alla base della bocca eruttiva ha spinto verso il cielo una colonna di lava e materiale piroclastico, oscurando momentaneamente il bagliore stesso dell’eruzione. Ma quel che ci ha lasciati senza fiato è stato quanto accaduto subito dopo: le polveri incandescenti sono state risucchiate dai moti turbolenti generatisi alla base del cratere. In pochi istanti, si è formato un vortice che ha cominciato a ruotare su sé stesso in senso orario, sviluppandosi verticalmente fino a raggiungere un’altezza stimata tra i 200 e i 300 metri: un vero e proprio tornado vulcanico“.
La foto di Giannobile, pubblicata dal sito dell’AGI, è stata ripresa da una delle mete più evocative del versante sud-ovest del vulcano: il Teseo Screpolato, opera monumentale dello scultore Igor Mitoraj. Perché proprio da lì? “Simbolo dell’eroe moderno, segnato e fragile ma ancora capace di elevazione – risponde Giannobile – la statua si erge in prossimità di Piano Vetore come un ascoltatore silenzioso dei messaggi della montagna. Da questa posizione privilegiata, sono riuscito a documentare l’evoluzione dell’eruzione, immortalando in un’unica immagine il moto circolare delle stelle attorno alla Polare e la colonna di gas vulcanici, illuminata dal bagliore incandescente della lava”.
L’immagine cattura “un momento unico che fonde la potenza distruttiva del vulcano con la complessità atmosferica dei suoi moti interni, dimostrando ancora una volta perché l’Etna sia uno dei vulcani più affascinanti e studiati del mondo”.