Circa 150mila persone di cinque diversi Comuni sono confinate in casa in Catalogna (Spagna) a causa della nube tossica sprigionatasi a seguito di un incendio in una fabbrica di prodotti chimici. I Vigili del Fuoco, che intanto hanno aumentato a 29 le squadre inviate sul posto per domare l’incendio, segnalano su X che non ci sono vittime né feriti. “Abbiamo detto ai residenti, attraverso un messaggio sul cellulare, di restare a casa e di chiudere le finestre – ha detto il governatore della Catalogna, Salvador Illa – e, fino a che non ci saranno garanzie che non ci sia alcun rischio per la salute, l’ordine resterà in vigore“.
L’incendio è scoppiato la scorsa notte in un capannone industriale contenente prodotti chimici per la pulizia delle piscine a Vilanova i la Geltrù, città costiera 45km a sud di Barcellona. “La situazione è ora sotto controllo – assicura il governatore -, l’incendio è stabilizzato“, anche se le fiamme non sono ancora state spente del tutto e la densa nube di fumo bianco è visibile in un raggio di chilometri. Il sindaco di Vilanova i la Geltrù, Joan Luis Ruiz, ripreso dalla tv nazionale Tve ha consigliato a chi abbia reale necessità si uscire di usare mascherine di protezione.
Sospesi due festival e altre attività ludiche, sportive, culturali in programma nella zona per il fine settimana. Ancora in corso di accertamento le cause del rogo.
AGGIORNAMENTO
“Si revocano per il momento le restrizioni alla mobilità della popolazione” dei cinque comuni della Catalogna interessati dalla nube tossica. Lo ha annunciato l’assessore all’Interno del governo catalano, Nuria Parlon, in dichiarazioni alla tv pubblica Tve. Parlon ha segnalato, tuttavia, che si tratta di “un confinamento dinamico, che può essere ripristinato in qualunque momento se sarà necessario, in funzione delle condizioni del vento”. La misura è stata revocata dopo che i tecnici dell’Unità di analisi dell’aria hanno verificato che non ci sono rischi per la salute pubblica.
Solo due persone sono state assistite per sintomi di intossicazione, anche se sono state oltre 600 le chiamate giunte al 112. Il proprietario della fabbrica colpita, la ‘CleanWater’, Jorge Vinuelas, ha ipotizzato in un’intervista radiofonica a Rac-1 che l’incendio possa essere stato provocato da una batteria al litio. Vinuelas ha assicurato di avere “tutti i permessi previsti dalla normativa” per lo stoccaggio del cloro.