Un oceano nascosto sotto la superficie di Marte? Nuove prove sismiche

Un recente studio suggerisce la possibile esistenza di una vasta riserva d’acqua liquida nelle profondità nel sottosuolo marziano
MeteoWeb

Potrebbe esserci un intero oceano d’acqua liquida nascosto sotto la superficie di Marte. È quanto suggerisce uno studio pubblicato su National Science Review, in cui un team internazionale di geofisici ha analizzato le registrazioni delle onde sismiche generate da impatti di meteoriti e “marsquake” (terremoti marziani) tra il 2021 e il 2022. Utilizzando i dati raccolti dal lander InSight della NASA, atterrato su Marte nel 2018, i ricercatori hanno individuato un’anomalia tra i 5,4 e gli 8 km di profondità. In questa fascia, le onde sismiche rallentano sensibilmente, un comportamento tipico dei materiali saturi di liquido. Gli scienziati ipotizzano che si tratti di rocce porose impregnate d’acqua, simili agli acquiferi terrestri: veri e propri serbatoi naturali sotterranei.

Questo strato a bassa velocità è molto probabilmente costituito da roccia altamente porosa riempita di acqua liquida, come una spugna satura”, hanno spiegato su The Conversation i geofisici Hrvoje Tkalčić dell’Australian National University e Weijia Sun dell’Accademia Cinese delle Scienze, coautori dello studio.

Secondo le stime del team, la quantità d’acqua potenzialmente contenuta in queste profondità sarebbe sufficiente a coprire l’intera superficie marziana con un oceano profondo tra i 520 e i 780 metri, un volume comparabile a quello dell’intera calotta glaciale dell’Antartide.

L’acqua perduta di Marte

Sappiamo che Marte, circa 3-4 miliardi di anni fa, era un pianeta molto più umido. I resti di antichi letti di fiumi, delta e sedimenti stratificati indicano la presenza di flussi d’acqua duraturi. Tuttavia, con la perdita del campo magnetico e il progressivo assottigliamento dell’atmosfera a causa dell’azione del vento solare, le condizioni superficiali divennero sempre più fredde e aride.

Parte dell’acqua evaporò nello Spazio, un’altra parte si congelò nei poli o rimase intrappolata nei minerali idrati. Eppure, questi meccanismi noti non spiegano del tutto dove sia finita tutta l’acqua originariamente presente. Questo “enigma dell’acqua mancante” ha lasciato per anni gli scienziati senza risposte certe.

Lo studio propone ora una soluzione intrigante: gran parte dell’acqua sarebbe filtrata nel sottosuolo, rimanendo intrappolata in profondità. Una teoria che combacerebbe anche con le stime precedenti sulle riserve idriche mancanti.

Le implicazioni per la ricerca della vita

La presenza di acqua liquida è una delle condizioni fondamentali per la vita, come la conosciamo. Se confermata, questa scoperta avrebbe implicazioni cruciali per l’astrobiologia e per le future missioni su Marte. Non si può escludere, infatti, che queste riserve sotterranee possano ospitare forme di vita microbica adattate all’ambiente estremo.

Per passare dalle ipotesi alla conferma serviranno strumenti più sofisticati: “Sono necessarie future missioni con sismometri più avanzati e trivelle in grado di raggiungere queste profondità”, ha sottolineato Tkalčić.

Fino ad allora, l’idea che Marte possa custodire nel suo cuore un oceano silenzioso e nascosto resta una delle ipotesi più affascinanti della scienza planetaria moderna.