Nei prossimi giorni, lo scenario meteorologico europeo sarà ancora dominato da una particolare figura atmosferica nota agli esperti come anticiclone di blocco. Posizionato strategicamente tra l’Islanda e le Isole Britanniche, questo vasto campo di alta pressione rappresenta una vera e propria diga contro il normale transito delle perturbazioni atlantiche. E il risultato si riflette direttamente sul tempo in Italia, specialmente durante la tarda primavera.
Cos’è un anticiclone di blocco e perché è così importante
Si tratta di una configurazione persistente in grado di deviare il flusso delle correnti occidentali, costringendole a scorrere attorno al blocco anticiclonico. Questo impedisce alle perturbazioni atlantiche di raggiungere l’Europa occidentale in modo regolare, creando squilibri barici notevoli sia a ovest che a est. Mentre la Penisola Iberica può assistere alla risalita di aria calda e stabile, sull’Italia si spalancano le porte a correnti instabili e più fredde provenienti dal Nord Europa, spesso accompagnate da piogge, temporali e cali termici anche bruschi.
Primavera instabile: perché piove così tanto in Italia
Nello specifico, il nostro Paese si trova lungo una linea di confluenza tra masse d’aria diverse. Il Nord e il Centro risultano particolarmente esposti al flusso instabile di origine nord-atlantica, con un’alternanza continua tra brevi schiarite e frequenti passaggi perturbati. Questo significa:
- Temporali pomeridiani e fenomeni intensi, anche localizzati.
- Temperature sotto media, specie nelle aree interne e settentrionali.
- Scarsa stabilità atmosferica, con cieli nuvolosi e persistente maltempo.
Non è raro che in questo tipo di configurazione si sviluppino veri e propri episodi estremi, simili a quanto accaduto durante l’estate del 2014, una delle più piovose degli ultimi decenni al Nord Italia.
Sud e Isole: meno colpiti, ma non del tutto al riparo
Le regioni meridionali e le isole maggiori tendono a risentire meno direttamente di questa dinamica, ma non sono escluse fasi di instabilità secondaria, soprattutto quando si formano minimi ciclonici sul Mediterraneo centrale. In questi casi, anche il Sud può essere investito da piogge intense, venti forti e temporanei cali termici.
Una situazione che non cambia: perché il tempo resta bloccato
La chiave di lettura del quadro attuale risiede nella forma ad omega dell’anticiclone, una struttura che tende a consolidarsi e a persistere. La circolazione risulta bloccata: le onde atmosferiche si muovono lungo percorsi ripetitivi, impedendo l’arrivo di nuove configurazioni dinamiche.
Le previsioni per la seconda parte di maggio confermano questa tendenza: l’anticiclone di blocco resterà saldo alle alte latitudini, favorendo una nuova discesa di aria fresca dalla Scandinavia verso l’Europa centro-meridionale. In questo contesto, l’Italia continuerà a trovarsi nel mezzo, vulnerabile a nuovi impulsi perturbati in arrivo sia da ovest (gocce fredde in distacco sull’Atlantico orientale) sia da est (ciclogenesi secondarie nei Balcani).
Cosa aspettarsi nei prossimi giorni
Dopo il passaggio di un sistema perturbato che coinvolgerà in particolare il Sud tra giovedì e venerdì, il tempo non si stabilizzerà definitivamente. Il calo termico sarà seguito da una nuova fase potenzialmente instabile, alimentata da un’interazione tra correnti fredde in quota e aria più mite mediterranea. Questo significa che l’instabilità atmosferica potrebbe prolungarsi fino alla fine di maggio, con un clima spesso nuvoloso, fresco e piovoso, soprattutto al Nord.
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