Nel cuore dell’estate che sta interessando l’Italia, giovedì 26 giugno potrebbe riservare una breve parentesi di instabilità in alcune zone del Nord. Ma attenzione: non si tratta di un vero cambio di circolazione, né della fine del caldo che continua a dominare il quadro meteorologico nazionale. Piuttosto, è una leggera oscillazione dell’atmosfera, un piccolo disturbo in quota che potrebbe bastare – come spesso accade in queste fasi – a innescare la formazione di temporali improvvisi e localizzati.
Un’alta pressione solo in apparenza imbattibile
Le mappe sinottiche continuano a mostrare un dominio quasi totale dell’anticiclone subtropicale, il principale responsabile delle temperature elevate registrate in questi giorni su gran parte dell’Italia. Tuttavia, tra le pieghe della stabilità atmosferica, si intravede un piccolo cedimento: una “distrazione” quasi invisibile, ma potenzialmente sufficiente a far esplodere l’instabilità latente.
Il caldo eccessivo infatti rappresenta un accumulo di energia potenziale. Quando entra in gioco anche solo una lieve perturbazione in quota, il mix può essere esplosivo. Non a caso, proprio pochi giorni fa abbiamo assistito a episodi violenti di maltempo improvviso, che hanno colpito aree ristrette con grandinate e nubifragi inaspettati.
Giovedì 26: dove sono attesi i temporali?
Secondo le proiezioni attuali, i fenomeni previsti per giovedì 26 giugno si concentreranno soprattutto sulle aree alpine e prealpine. Si tratterà di temporali a evoluzione diurna, quindi più probabili nel pomeriggio e in serata, e in alcuni casi potrebbero sconfinare anche sulle zone di alta pianura adiacenti.
Nord-Ovest: attenzione alla fascia alpina e pedemontana
Le regioni del Nord-Ovest saranno interessate solo marginalmente. I modelli indicano un rischio più concreto di temporali localizzati sulla Val d’Ossola e in alcune aree lombarde come il Comasco, Varesotto, Lecchese, Novarese e Milanese. Tuttavia, si tratterà di fenomeni circoscritti, con una probabilità molto bassa di coinvolgere aree più estese.
Sulle Alpi occidentali non si esclude qualche isolato piovasco pomeridiano, ma nulla di particolarmente organizzato. In Liguria, specialmente nel ponente, si potrà avvertire la tipica Maccaja – una foschia umida e persistente associata a venti meridionali – che porterà solo pioviggini localizzate, senza veri episodi temporaleschi.
Nord-Est: focus su Trentino, Friuli e Veneto montano
Più attiva la situazione sulle regioni del Nord-Est, dove l’instabilità sarà più diffusa, ma sempre legata alla componente orografica. Trentino-Alto Adige, Bellunese, Udinese e Pordenonese sono le aree maggiormente esposte allo sviluppo di rovesci e temporali, soprattutto nel pomeriggio.
In queste zone, l’interazione tra l’umidità residua e il riscaldamento diurno potrà generare celle convettive anche di una certa intensità, sebbene di breve durata. In serata, qualche fenomeno potrebbe spingersi più a sud, verso le aree pedemontane del Veneto e del Friuli occidentale, ma con intensità generalmente contenuta.
Temporali e caldo: un connubio meno raro di quanto sembri
Il rischio di temporali non va sottovalutato neppure in presenza di condizioni estive apparentemente stabili. Come dimostrano gli eventi recenti, il caldo intenso agisce come un moltiplicatore di energia per l’atmosfera. Anche una perturbazione marginale può fungere da innesco per episodi di maltempo improvviso, con grandine, forti raffiche di vento e accumuli di pioggia in breve tempo.
Attenzione localizzata, ma non allarme generale
In definitiva, giovedì 26 giugno non segnerà un break estivo per l’Italia, ma piuttosto un piccolo sobbalzo nella quiete calda garantita dall’anticiclone africano. Le zone a rischio saranno poche e ben individuabili, con fenomeni isolati e legati al ciclo diurno. Tuttavia, la rapidità e la forza con cui possono manifestarsi impongono un certo grado di attenzione, soprattutto per chi si trova in alta quota o nelle aree pedemontane nel tardo pomeriggio.
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