Un nuovo studio pubblicato su Nature ha svelato l’importanza cruciale delle molecole di zucchero nel preservare la salute cerebrale durante l’invecchiamento, aprendo nuove strade per combattere l’Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. La ricerca, guidata da Sophia Shi della Stanford University, è frutto della collaborazione tra i laboratori della Nobel per la chimica Carolyn Bertozzi e del neuroscienziato Tony Wyss-Coray.
Al centro dello studio c’è il glicocalice, uno strato zuccherino che riveste le cellule della barriera emato-encefalica, il filtro protettivo del cervello. Con l’età, questo strato si deteriora, compromettendo la barriera, aumentando la neuroinfiammazione e favorendo il declino cognitivo. Shi ha identificato una drastica riduzione delle mucine, proteine zuccherate fondamentali per la stabilità del glicocalice.
Ripristinando queste molecole in topi anziani, i ricercatori hanno osservato una ricostruzione della barriera, minore infiammazione cerebrale e miglioramento delle funzioni cognitive. È la prima prova che intervenire sul glicocalice può invertire i danni cerebrali legati all’età.
La scoperta ridefinisce la barriera emato-encefalica come struttura dinamica e suggerisce nuovi bersagli terapeutici, aprendo prospettive per trattamenti di precisione e un migliore accesso dei farmaci al cervello.