Un divario matematico precoce tra bambine e bambini: il caso della scuola primaria in Francia

Il lavoro di Martinot et al. costituisce una delle più vaste analisi mai condotte sull’origine precoce del divario matematico di genere
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Un’importante ricerca pubblicata su Nature da Pauline Martinot e colleghi ha portato alla luce un dato allarmante: un divario di genere a favore dei maschi nelle competenze matematiche si manifesta già dopo soli quattro mesi dall’ingresso a scuola. Lo studio ha coinvolto oltre 2,6 milioni di bambini francesi di prima e seconda elementare tra il 2018 e il 2022, rivelando come un apparente equilibrio iniziale nelle abilità matematiche si trasformi rapidamente in una discrepanza strutturale, diffusa e persistente. All’ingresso in prima elementare (T1), i punteggi medi in matematica di maschi e femmine risultano praticamente identici (Cohen’s d ≈ 0). Tuttavia:

  • Dopo 4 mesi di scuola (T2), compare un piccolo ma significativo vantaggio a favore dei maschi (Cohen’s d ≈ 0.05);
  • Dopo 12 mesi (T3), il divario quadrupla, raggiungendo un effetto medio di Cohen’s d ≈ 0.22;
  • Il trend si ripete costantemente nei dati di tutte e quattro le coorti (2018–2021).

Nonostante il divario sia più marcato in alcune sottoprove (come il “number line” o il “problem solving”), si riscontra in quasi tutte le prove matematiche, mentre in ambito linguistico il vantaggio è stabile a favore delle femmine.

Origini del divario: scuola o età?

Attraverso modelli di crescita multilivello e disegni di discontinuità regressiva, i ricercatori hanno individuato l’effetto dell’età da quello della scolarizzazione. I risultati sono inequivocabili:

  • Il divario non è attribuibile all’età dei bambini;
  • La scolarizzazione stessa è il fattore determinante per la comparsa della disparità.

Infatti, bambini con la stessa età cronologica, ma a livelli diversi di scolarizzazione (a causa della data di nascita rispetto al cutoff di gennaio), mostrano differenze significative nel rendimento matematico. Il divario non esiste nei bambini non ancora scolarizzati, ma si manifesta solo dopo qualche mese di scuola.

Contesto socioeconomico e scolastico

Il divario:

  • È universale: si osserva in tutte le regioni, in scuole pubbliche e private, con pedagogie standard o alternative (Montessori, Freinet);
  • È più marcato nelle famiglie ad alto SES (status socioeconomico) e nei figli di genitori con professioni scientifiche o insegnanti.
  • È indipendente dalla composizione familiare (coppie omogenitoriali, madri single, ecc.).

Ciò suggerisce che gli stereotipi di genere non agiscono soltanto in contesti svantaggiati, ma sono pervasivi anche dove ci si aspetterebbe maggiore equità.

Meccanismi psicologici e culturali

Diversi fattori sono stati ipotizzati come motori del divario:

  • Stereotipi interiorizzati (bambine percepite come “meno portate”);
  • Ansia da matematica, più diffusa tra le femmine, soprattutto in contesti competitivi;
  • Influenze degli adulti: aspettative, valutazioni, stili di insegnamento spesso inconsapevolmente parziali.

Un esempio emblematico è il “modello di ruolo”: in classi dove il primo della classe in matematica è un maschio, il divario tende a crescere. Al contrario, classi con maggiore eterogeneità nelle abilità mostrano un divario meno marcato.

Limiti dello studio

  • Le misurazioni sono state effettuate solo in tre punti temporali (inizio scuola, dopo 4 mesi, dopo 1 anno), limitando la comprensione fine delle dinamiche;
  • Le prove, pur standardizzate, evolvono nel tempo e non sono identiche tra T1 e T3, sebbene ciò sia stato controllato in analisi specifiche.

Implicazioni e raccomandazioni

Lo studio richiama con urgenza all’intervento precoce. Tra le proposte:

  • Introdurre programmi per contrastare gli stereotipi fin dalla scuola dell’infanzia;
  • Formare insegnanti all’uso di pratiche sensibili al genere;
  • Modificare formati di valutazione (riduzione del tempo, minore enfasi competitiva) per ridurre l’ansia e aumentare l’equità.

Il lavoro di Martinot et al. costituisce una delle più vaste analisi mai condotte sull’origine precoce del divario matematico di genere. I risultati mostrano che non è la biologia, ma l’esperienza scolastica stessa — già a partire dai primi mesi — a generare un meccanismo iniquo. L’intervento tempestivo è cruciale per costruire una scuola più giusta e scientificamente consapevole.