Il caldo opprimente che ha soffocato il Nord Italia nelle ultime giornate ha lasciato spazio a un violento cambio di scenario. Nel pomeriggio del 26 giugno 2025, una perturbazione atlantica ha infranto la stabilità dell’anticiclone africano, aprendo le porte a una delle peggiori ondate temporalesche dell’estate finora.
Il fronte freddo rompe il dominio africano
A innescare la tempesta è stato il transito di una saccatura atlantica che, penetrando sull’arco alpino, ha messo fine alla lunga fase di stabilità garantita dalla “cupola nordafricana”. Questo passaggio ha fornito l’energia necessaria per la formazione di cumulonembi ad altissimo sviluppo verticale, alcuni dei quali evoluti in supercelle, osservabili anche dalle immagini satellitari. Le aree più colpite sono state il Veneto orientale e soprattutto il Friuli Venezia Giulia, tra la pianura pordenonese, udinese e la fascia pedemontana.
Grandine da record e danni estesi
Le testimonianze e le rilevazioni parlano chiaro: a Sacile (PN) e in altri centri del Friuli occidentale si sono registrate grandinate estreme, con chicchi superiori ai 10 cm di diametro. Si tratta di dimensioni che rientrano tra i casi più estremi osservati negli ultimi anni in Europa.
Oltre alla grandine, i temporali hanno generato downburst violenti, causando raffiche di vento intense, allagamenti improvvisi e blackout temporanei. Diverse segnalazioni indicano danni a veicoli, serre, coltivazioni e coperture.
50.000 fulmini in poche ore: un’attività elettrica eccezionale
Uno degli elementi più spettacolari e pericolosi dell’evento è stata l’attività elettrica. Secondo i dati ufficiali, sono stati registrati quasi 50.000 fulmini in poche ore, con concentrazioni notevoli tra Veneto, Friuli e alcune aree della Francia centro-occidentale.
Perché questi fenomeni così estremi?
Alla base di questa escalation temporalesca vi è la combinazione di due fattori chiave: l’estrema energia nei bassi strati e l’arrivo improvviso di aria fredda in quota. Il parametro CAPE (Convective Available Potential Energy) ha raggiunto valori tra i 2000 e i 5000 J/kg.
In queste condizioni, il passaggio di aria più fredda favorisce la nascita di supercelle, temporali rotanti capaci di produrre grandine gigante, piogge torrenziali e forti raffiche di vento. L’ESTOFEX aveva emesso un’allerta di livello 3, il massimo della scala, per il Nord-Est italiano.
Tempistiche e zone colpite
I primi temporali si sono sviluppati nel primo pomeriggio lungo le Alpi e Prealpi, per poi scendere rapidamente verso pianure e coste. Tra le 18 e le 23, il cuore dell’evento ha colpito le province di Pordenone, Udine, Treviso e il Carso triestino. L’allerta meteo gialla è rimasta attiva fino al mattino del 27 giugno.
Caldo prima, fresco dopo: il crollo termico
Dopo i temporali, le temperature sono crollate bruscamente. In alcune località si è passati da 36-37°C a meno di 25°C in 24 ore. A Guéret, in Francia centrale, il calo è stato di 13°C.
Prospettive per i prossimi giorni
Con il passaggio della perturbazione si apre una finestra di tregua. Tuttavia, l’alta pressione tornerà presto a rinforzarsi, con nuove ondate di caldo e afa previste dal fine settimana. L’instabilità potrebbe comunque ripresentarsi in forma localizzata, specie al Nord.
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