Nel dibattito sul cambiamento climatico una domanda si ripropone con insistenza: quanto incide l’attività solare sul riscaldamento globale? La scienza ha dato molte risposte, ma il tema resta terreno fertile per opinioni contrastanti. C’è chi punta il dito contro le attività umane, e chi invece guarda al Sole come al principale motore delle variazioni climatiche. Cerchiamo di fare chiarezza, analizzando i due principali punti di vista supportati da dati scientifici.
Ipotesi 1: è il Sole il vero responsabile del riscaldamento
Una parte della comunità scientifica – anche se minoritaria – sostiene che le variazioni dell’attività solare abbiano un ruolo determinante nell’aumento delle temperature globali. Le argomentazioni principali sono:
- Cicli solari e clima: il Sole attraversa cicli di 11 anni, con fluttuazioni nelle macchie solari e nell’irraggiamento. Periodi di bassa attività come il Minimo di Maunder (XVII secolo) coincidono con fasi fredde, come la Piccola Era Glaciale.
- Variazioni secolari dell’irraggiamento: alcune analisi mostrano un aumento del TSI (Total Solar Irradiance) tra anni ’80 e ’90, che avrebbe contribuito al riscaldamento in quel periodo.
- Dati in discussione: esistono discrepanze tra i dataset ACRIM e PMOD, che offrono stime diverse sull’irraggiamento solare. Il composito ACRIM suggerisce una maggiore variabilità, adottata da chi sostiene il peso maggiore del Sole.
- Ricerca alternativa: alcune review scientifiche suggeriscono che il contributo solare non sia trascurabile, ma dipenda dalla scelta dei modelli e dei dati usati nell’analisi.
- Voci autorevoli: scienziati come Antonino Zichichi e Carlo Rubbia hanno pubblicamente messo in discussione il primato antropico, suggerendo un ruolo più incisivo del Sole.
Ipotesi 2: l’uomo è la causa principale del riscaldamento globale
La posizione dominante nella comunità scientifica, rappresentata anche nei rapporti IPCC, afferma che il riscaldamento osservato dal secondo dopoguerra sia causato quasi esclusivamente dall’aumento dei gas serra legati alle attività umane. Le evidenze sono molteplici:
- Divergenza delle curve: negli ultimi 150 anni, l’attività solare ha mostrato un andamento stazionario o decrescente, mentre la temperatura media globale ha continuato ad aumentare.
- Analisi statistiche: studi avanzati indicano che il legame causa-effetto tra attività solare e clima si è indebolito dagli anni ’60 ed è praticamente nullo dagli anni ’70. Al contrario, la correlazione con i gas serra è cresciuta in modo significativo.
- Prove sperimentali: la CO₂ e altri gas serra trattengono il calore emesso dalla superficie terrestre. Il loro aumento atmosferico è stato misurato con precisione ed è chiaramente attribuibile a combustibili fossili e deforestazione.
- Ruolo marginale dei fattori naturali: secondo i dati IPCC, vulcani e Sole avrebbero un impatto climatico trascurabile o addirittura raffreddante dopo il 1950.
- Consenso scientifico: oltre 30 accademie scientifiche e centinaia di studi peer-reviewed supportano l’origine antropica del riscaldamento globale.
Il Sole influisce, ma il colpevole principale è l’uomo
Le variazioni dell’attività solare hanno sicuramente avuto un’influenza sul clima in passato. Tuttavia, secondo la maggior parte degli studi moderni, il riscaldamento globale attuale è da attribuire in larga parte all’azione umana. Il Sole continua ad avere un ruolo, ma secondario rispetto all’impatto crescente dei gas serra antropici.
Resta aperta la discussione su alcuni dettagli tecnici, come le serie storiche dell’irraggiamento solare e il suo peso in specifici periodi, ma il consenso scientifico è oggi molto forte: la responsabilità del riscaldamento globale è nostra. E proprio per questo, solo le nostre azioni possono fermarlo.