Sta per entrare nel vivo una nuova ondata di caldo sull’Italia, tra le più intense e durature dell’intera estate 2025. Secondo gli ultimi aggiornamenti del modello meteorologico europeo ECMWF, ci troviamo di fronte a un evento che – pur senza superare i record assoluti – potrebbe essere classificato come estremo per la sua persistenza e diffusione.
EFI ECMWF: l’indice che misura gli eventi meteorologici fuori scala
Uno degli strumenti più utili per interpretare il grado di eccezionalità di un evento è l’Extreme Forecast Index (EFI), utilizzato proprio dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine. L’EFI non fornisce una semplice previsione, ma misura quanto un evento si discosta dalla norma climatica locale. In sostanza, un valore vicino a 1 segnala un’anomalia estrema, che non si è mai verificata o quasi nel passato recente.
Ebbene, secondo le ultime mappe EFI riferite al periodo 23-28 giugno 2025, l’anomalia termica si presenta significativa su tutto il bacino del Mediterraneo occidentale, coinvolgendo in pieno anche l’Italia centro-settentrionale.
Le zone più a rischio: Nord Italia, Toscana e Sardegna
L’indice EFI sfiora il valore massimo di 1 in alcune zone delle Alpi, della Pianura Padana e dell’entroterra toscano. Sono questi i territori più esposti a un’ondata di caldo anomala per intensità e durata. Anche la Sardegna, in particolare nelle aree interne, sarà colpita da temperature prossime ai 40°C.
Le aree del Centro-Sud, invece, saranno interessate in maniera più discontinua. Qui l’ondata di caldo raggiungerà il suo apice tra giovedì 26 e venerdì 27 giugno, per effetto del passaggio di un impulso prefrontale che innescherà venti di Garbino sul versante adriatico. Proprio in queste ore si attendono temperature comprese tra i 36 e i 38°C, con punte oltre i 40°C nel Foggiano e in alcune aree dell’entroterra pugliese e nelle vallate interne dell’Abruzzo.
Caldo eccessivo? Ecco quando arriverà una tregua
Sebbene la struttura anticiclonica rimanga solida, una lieve attenuazione è attesa tra giovedì 26 e venerdì 27, quando l’approssimarsi di una perturbazione atlantica lambirà le regioni settentrionali. Ciò potrà attivare alcuni temporali localizzati, soprattutto lungo l’arco alpino e sulla dorsale appenninica centro-settentrionale, ma soprattutto una benefica diminuzione delle temperature soprattutto al Centro-Sud grazie ai venti che soffieranno dai quadranti settentrionali. Non si tratta di un cambiamento radicale del tempo, ma di una breve parentesi instabile in grado di contenere, almeno temporaneamente, il rialzo delle temperature – soprattutto nei valori minimi.
Sarà sufficiente? Secondo le proiezioni attuali, questa interruzione rappresenterà solo una tregua momentanea. Il dominio dell’anticiclone subtropicale sembra destinato a proseguire almeno fino all’inizio di luglio, con temperature elevate e afa persistente su gran parte del Paese.
Caldo senza record, ma potenzialmente più pericoloso
La vera criticità di questa fase non è tanto nei picchi estremi, quanto nella durata e diffusione dell’evento. Quando il caldo estremo si prolunga per diversi giorni – in particolare se accompagnato da notti tropicali e alti tassi di umidità – aumenta esponenzialmente il rischio per la salute, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione.
Le previsioni per la fine di giugno 2025 delineano quindi un quadro preoccupante: un’Italia spaccata tra l’afa persistente e qualche temporale di passaggio. Il mese, almeno al Centro-Nord, rischia di essere archiviato come uno dei più caldi degli ultimi decenni.
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