Meteo, Mediterraneo oltre la soglia critica: rischio fenomeni devastanti tra estate e autunno

Mari bollenti e meteo estremo: cosa aspettarsi nei prossimi mesi
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Il 2025 si sta confermando un anno decisamente fuori scala dal punto di vista termico, e non solo sulla terraferma. Le temperature marine nel bacino del Mediterraneo hanno raggiunto valori eccezionali, registrando un riscaldamento mai visto prima in diverse aree. L’estensione e l’intensità di questa ondata di calore marina stanno attirando l’attenzione per le possibili conseguenze nei prossimi mesi.

Secondo le analisi, il Mediterraneo occidentale, in particolare il Mar delle Baleari e il Mar Tirreno, è la zona più colpita da questa eccezionale anomalia termica. In questi bacini, le temperature superficiali dell’acqua sono arrivate a sfiorare i 29 °C, con valori di 5-6 gradi oltre la media climatica di riferimento. Un segnale chiaro che conferma come il mare stia rispondendo in modo diretto alle ondate di calore che hanno dominato la prima metà dell’anno.

Temperature superficiali Mediterraneo

Questa situazione ha radici profonde. Le persistenti condizioni di alta pressione e le cupole di calore (o heat dome), che abbiamo imparato a conoscere anche sulle cronache meteo europee e nordamericane, hanno contribuito a creare un contesto favorevole all’accumulo di calore nei mari. Questi blocchi atmosferici, caratterizzati da un robusto anticiclone in quota, impediscono il ricambio d’aria e favoriscono un irraggiamento solare continuo e intenso. Il risultato? Un riscaldamento superficiale degli oceani e dei mari che, come nel caso del Mediterraneo, raggiunge livelli senza precedenti.

Cupola di calore Mediterraneo

L’aspetto più preoccupante è che questo caldo marino anomalo non si limita a restare in superficie. Esso modifica radicalmente il bilancio energetico dell’atmosfera sovrastante, aumentando i punti di rugiada e alimentando una maggiore disponibilità di umidità. Questa combinazione può tradursi in fenomeni meteorologici estremi, come temporali violenti e piogge torrenziali, soprattutto tra la fine dell’estate e l’autunno, quando i contrasti termici tendono a intensificarsi.

Le previsioni indicano un rischio crescente di alluvioni improvvise e nubifragi localizzati. Le acque più calde forniscono un surplus di energia convettiva che rende le nubi temporalesche ancora più potenti. Non è un caso che fenomeni di questo tipo siano già stati osservati negli ultimi anni in diverse zone costiere del Mediterraneo, dalla Liguria alla Catalonia, fino alle isole maggiori come Sicilia e Sardegna.

Anomalie SST Mediterraneo

Il Mediterraneo centrale e occidentale, che già negli scorsi decenni aveva mostrato segnali di riscaldamento progressivo, sta ora registrando anomalie tali da far parlare di un vero e proprio record storico per il mese di giugno. E la situazione non sembra destinata a migliorare a breve. Le proiezioni indicano che il mare resterà ben al di sopra delle medie stagionali almeno fino all’autunno inoltrato, alimentando un potenziale di instabilità molto elevato.

Fa eccezione soltanto una piccola parte del Mar Egeo, dove le acque mantengono valori leggermente inferiori alla media. Ma questa area rappresenta ormai un’eccezione in un contesto mediterraneo che si conferma sempre più caldo e vulnerabile.

Questo fenomeno di ondata di calore marina non è un caso isolato. Negli ultimi anni si sono susseguite anomalie termiche anche nell’Atlantico settentrionale, nel Pacifico e in altre regioni marine chiave. Tuttavia, l’attuale riscaldamento del Mediterraneo spicca per intensità e rapidità, preoccupando non solo i meteorologi, ma anche chi si occupa di ecosistemi marini, pesca e turismo.

Le conseguenze non si limitano all’aumento del rischio meteo. Mari così caldi possono influenzare in modo marcato la salute delle specie marine, favorendo fioriture algali dannose, alterazioni delle catene alimentari e spostamenti di specie verso latitudini più fredde. Anche la qualità delle acque costiere e la fruibilità delle spiagge possono risentirne, creando potenziali impatti economici sulle attività balneari e turistiche.

In conclusione, il Mediterraneo del 2025 ci sta mostrando un segnale potente e inequivocabile: i nostri mari stanno diventando sempre più caldi, e con essi aumenta la probabilità di eventi meteo estremi che possono mettere in difficoltà città costiere e aree interne. Imparare a leggere questi segnali e prepararci diventa essenziale, non solo per affrontare i rischi immediati, ma anche per capire come adattarci a un clima in rapido mutamento.