Meteo, non bolle solo il Mediterraneo: severa ‘Heatwave’ nel Golfo di Biscaglia

Una delle ondate di calore marino più intense mai osservate nel Golfo di Biscaglia sta interessando le acque tra Francia e Regno Unito, sollevando timori per il clima europeo
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Il caldo anomalo che sta investendo il Mediterraneo in questi giorni non è un fenomeno isolato. Anche l’oceano Atlantico nord-orientale sta registrando un evento raro e preoccupante: un’ondata di calore marino estremamente precoce e intensa, localizzata tra il Golfo di Biscaglia, le coste occidentali della Francia e il sud-ovest del Regno Unito. In queste zone, le temperature superficiali del mare (SST) risultano più alte della media stagionale di 4-5°C, una deviazione che solleva allerta tra climatologi e meteorologi.

Anomalie SST 23 giugno

Un’anomalia oceanica tra le più intense mai osservate a inizio estate

Secondo gli ultimi dati satellitari e le rilevazioni boe oceaniche, l’ondata di calore marina nel Nord Atlantico in corso potrebbe essere tra le più intense e persistenti mai registrate per il mese di giugno in quest’area. A sorprendere gli esperti non è solo la magnitudo del riscaldamento, ma soprattutto il tempismo eccezionalmente precoce. Fenomeni simili si osservano solitamente nel pieno dell’estate, ma stavolta il riscaldamento è iniziato ben prima del solstizio.

L’area maggiormente colpita si estende dal Canale della Manica meridionale fino al Golfo di Biscaglia, coinvolgendo tratti di mare che lambiscono la Bretagna, la Normandia, la Cornovaglia e le coste dell’Aquitania. Qui, le acque superficiali si stanno scaldando a un ritmo anomalo, spinto da una combinazione di fattori atmosferici e oceanografici particolarmente favorevoli all’accumulo di calore.

Perché il mare si sta surriscaldando così rapidamente?

Le cause principali di questo riscaldamento marino anomalo sono riconducibili a un mix di condizioni favorevoli:

  • Cieli sereni e assenza di copertura nuvolosa persistente;
  • Venti deboli o assenti, che limitano il rimescolamento delle acque superficiali;
  • Forte radiazione solare in un periodo in cui le giornate sono più lunghe;
  • Stratificazione termica dell’oceano, che impedisce la dispersione del calore in profondità.

Onde di calore oceano Atlantico

Questi elementi agiscono come in una pentola lasciata a scaldare sul fuoco senza coperchio né mescolamento: la superficie dell’acqua si surriscalda, mentre gli strati sottostanti rimangono relativamente più freddi, bloccando la dissipazione del calore. Il risultato è un oceano superficiale surriscaldato e altamente vulnerabile a sviluppi meteorologici estremi.

2025 meno caldo del 2023, ma l’Atlantico sorprende

Il dato ancora più interessante è che il 2025, pur avendo finora mostrato temperature globali inferiori rispetto al 2023, anno record per il riscaldamento oceanico, sta comunque registrando eventi localizzati di portata eccezionale. In particolare, la configurazione sinottica attuale favorisce un blocco atmosferico sull’Europa occidentale, che contribuisce a stabilizzare l’aria e ad amplificare il riscaldamento della superficie marina.

Nel confronto con il Mediterraneo, dove le anomalie termiche marine sono ormai un fenomeno ricorrente, l’anomalia nel Nord Atlantico colpisce per la sua rarità e intensità. Questo tipo di evento tende infatti a essere meno frequente e meno marcato a queste latitudini, soprattutto nel periodo compreso tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate.

Quali rischi comporta un oceano più caldo?

Le implicazioni di un’ondata di calore marina così marcata non si limitano agli aspetti meteorologici. Tra i rischi più rilevanti troviamo:

  • Maggiore probabilità di eventi temporaleschi violenti nelle aree costiere, alimentati da mari più caldi;
  • Possibile modificazione dei percorsi delle perturbazioni atlantiche e delle correnti a getto;
  • Stress sugli ecosistemi marini, inclusi plancton, pesci e coralli temperati;
  • Alterazioni nei modelli di migrazione dei cetacei e di altre specie marine sensibili alla temperatura dell’acqua.

Inoltre, un mare più caldo può contribuire all’aumento del contenuto energetico dell’atmosfera, fungendo da “serbatoio” di calore in grado di amplificare futuri episodi di maltempo, specie in autunno.

Conclusione: segnali d’allarme dal cuore dell’Atlantico

Quello che sta accadendo tra Regno Unito, Francia e Biscaglia non è un episodio qualunque. È un campanello d’allarme che evidenzia quanto anche i mari del nord Europa siano oggi esposti agli effetti della crisi climatica, spesso in modi più rapidi e imprevedibili del previsto.