La Commissione europea presenta oggi il suo obiettivo climatico per il 2040: ridurre del 90% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Per superare le resistenze di alcuni Stati membri, l’esecutivo include una misura controversa: la possibilità di utilizzare crediti di carbonio internazionali fino al 3%, a partire dal 2036. La proposta, che verrà discussa informalmente a metà luglio, punta a un’approvazione prima della COP30 di novembre in Brasile. Tuttavia, il margine politico è stretto: Paesi come Ungheria, Repubblica Ceca e Italia spingono per obiettivi meno ambiziosi, mentre altri, come Spagna e Danimarca, sostengono Bruxelles.
Critiche arrivano dalle ONG ambientali, che temono che i crediti esterni svuotino l’impegno europeo, dirottando fondi fuori dall’UE senza garanzie di riduzione effettiva delle emissioni.
Il dibattito è aperto anche sul fronte energetico: la Francia insiste sulla decarbonizzazione dell’industria e sul nucleare. Il traguardo del 2040 è centrale per la neutralità climatica al 2050, ma il cammino sarà tutt’altro che semplice.