Meteo, giugno 2025: perché così caldo al Centro/Nord anche con l’anticiclone delle Azzorre?

Il mese di giugno 2025 ha registrato temperature record al Centro-Nord nonostante la presenza dell’anticiclone delle Azzorre, da sempre considerato sinonimo di estate mite
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Il mese di giugno 2025 si è confermato come uno dei più caldi di sempre, secondo solo all’ormai storico giugno 2003. Un dato che sorprende, se si considera che il protagonista di questo mese è stato il cosiddetto Anticiclone delle Azzorre, un sistema barico che in passato garantiva estati stabili e temperature gradevoli, ben lontane dalle ondate di calore estreme di oggi.

Ma cosa è cambiato? Perché anche un pattern tradizionalmente “mite” come quello delle Azzorre oggi porta temperature così elevate?

L’Anticiclone delle Azzorre è sempre stato sinonimo di bel tempo e stabilità, senza gli eccessi delle masse d’aria africane. Un tempo, la sua presenza significava estati ventilate e massime che difficilmente superavano i 30-32°C. Oggi, invece, lo stesso anticiclone contribuisce a far schizzare i termometri ben oltre i 35°C.

Anticiclone delle Azzorre in Europa

La chiave di lettura principale è il riscaldamento globale, che ha innalzato la temperatura media di circa 1°C rispetto agli anni ’90. Questo incremento, apparentemente piccolo, si traduce in un impatto enorme quando si somma alla stabilità anticiclonica. L’aria parte già da una base più calda e si scalda ulteriormente, portando ondate di calore anche senza il contributo diretto delle masse africane.

Il Mediterraneo gioca un ruolo cruciale. La sua posizione geografica lo rende vulnerabile e sempre più soggetto a riscaldamenti anomali. Un mare più caldo agisce come un enorme serbatoio di energia, pronto a potenziare qualsiasi massa d’aria calda in arrivo.

Inoltre, la corrente a getto polare è sempre più spostata verso nord, a causa della riduzione dei ghiacci artici. Questo cambiamento facilita l’avanzata delle masse d’aria africane verso l’Europa meridionale, amplificando la portata delle ondate di calore.

Non si tratta più di eventi eccezionali: estati sempre più calde e inverni miti stanno diventando la nuova normalità climatica. Questa realtà impone sfide concrete: dall’agricoltura, costretta a ripensare i calendari delle colture, alla salute pubblica, con un aumento dei rischi per anziani e soggetti fragili. Anche le città, spesso impreparate a gestire temperature così elevate, devono adattarsi rapidamente.

Il caso di giugno 2025 mostra come le configurazioni meteorologiche “classiche” non siano più una garanzia di stabilità. Anche l’Anticiclone delle Azzorre, un tempo sinonimo di estate mite, oggi diventa complice del caldo estremo. Il Mediterraneo più caldo e la crescente instabilità globale stanno riscrivendo le regole del nostro clima.

In sintesi, giugno 2025 rappresenta un campanello d’allarme: ciò che un tempo era raro ora diventa routine. Prepararsi e adattarsi non sono più opzioni, ma necessità imprescindibili per affrontare un’Italia sempre più calda e vulnerabile.