Meteo, Mediterraneo oltre i 30°C: segnali precoci di un autunno critico

Il Mediterraneo come un mare tropicale: i dati che preoccupano
MeteoWeb

Non se ne parla abbastanza, eppure è uno degli eventi più preoccupanti di questa estate 2025: il Mediterraneo sta vivendo un’ondata di calore marino senza precedenti. Un fenomeno che passa quasi inosservato sui grandi media, ma che potrebbe avere conseguenze pesantissime sul nostro clima, sugli ecosistemi marini e, in modo indiretto, anche sulla nostra vita quotidiana.

Le temperature superficiali del mare hanno superato i record storici per oltre 50 giorni consecutivi quest’anno. Attualmente, la media si attesta intorno ai 26°C, un valore che solitamente si raggiunge tra fine agosto e inizio settembre. In pratica, il mare è in anticipo di quasi due mesi sul suo riscaldamento stagionale normale.

Il ruolo dell’anticiclone subtropicale

Alla base di questa situazione c’è il persistente anticiclone subtropicale, che da settimane domina lo scenario atmosferico. Questa configurazione favorisce cieli sereni, forte insolazione e scarsa ventilazione, condizioni perfette per far salire rapidamente la temperatura delle acque superficiali.

Se questa struttura sinottica non dovesse cambiare e continuasse fino a settembre, potremmo vedere nuovi record di calore marino, con effetti potenzialmente devastanti.

SST Mediterraneo 4 luglio

Temperature record vicino alle coste

In alcune zone costiere, specialmente vicino alla Francia mediterranea, si registrano valori di 7-8°C sopra la media. In alcune località, l’acqua ha raggiunto persino i 30°C. Numeri che trasformano il Mediterraneo in un mare quasi tropicale, alterando completamente il delicato equilibrio marino.

Nei prossimi giorni, un temporaneo rinforzo di venti da nord-ovest come mistral e tramontana potrebbe portare un leggero sollievo, favorendo l’upwelling (risalita di acque fredde dal fondale). Questo potrebbe far scendere temporaneamente la temperatura vicino alle coste, soprattutto in Provenza e nell’est della Linguadoca. Tuttavia, si tratterà solo di una parentesi breve.

Effetti sul clima e sulla salute

Un mare così caldo influisce direttamente anche sull’aria che respiriamo. Le elevate temperature marine riducono la capacità di raffreddamento notturno, aumentando le temperature minime e rendendo più intense le ondate di calore diurne. Il risultato? Notti tropicali sempre più frequenti e difficoltà a trovare sollievo anche dopo il tramonto.

Le ripercussioni a medio-lungo termine sul clima potrebbero essere rilevanti, con un impatto anche sulla qualità della vita nelle aree costiere e sulle abitudini quotidiane.

Effetti devastanti sugli ecosistemi marini

Questa ondata di calore marino sta già mostrando i suoi effetti sugli ecosistemi. Si segnalano danni ai coralli, una maggiore presenza di specie invasive come i barracuda e la proliferazione di organismi tropicali. Questi cambiamenti stanno alterando la biodiversità, con conseguenze dirette sulla pesca e sugli equilibri ecologici locali.

Rischio di eventi meteo estremi in autunno

Il vero pericolo, però, potrebbe arrivare a fine estate e in autunno. Un Mediterraneo così caldo diventa una enorme riserva di energia. Se dovessero arrivare intrusioni di aria fredda in quota, il contrasto termico potrebbe generare temporali violenti e piogge torrenziali.

Non è certo che questi eventi si verifichino, perché dipende dalla configurazione sinottica. Ma il potenziale c’è: un mare bollente è un ingrediente che amplifica i fenomeni estremi.

Un segnale che non possiamo ignorare

Questa ondata di calore marino rappresenta un segnale chiaro e preoccupante del cambiamento climatico in atto. Non riguarda solo i bagnanti o gli operatori turistici, ma coinvolge tutti, perché incide sul clima generale, sugli ecosistemi e sulla stabilità atmosferica.